impressionare
v. tr. [der. di impressione] (io impressióno, ecc.). – 1. Propr., produrre, comunicare un’impressione. In senso fisico, si dice soprattutto dell’azione fotochimica esercitata dai raggi luminosi sulla sostanza sensibile che ricopre una pellicola o una lastra fotografica; anche intr. pron. con valore passivo: il bromuro d’argento s’impressiona alla luce. 2. a. In senso spirituale, fare viva impressione sull’animo, sulla fantasia, sul sentimento di una persona, provocando in essa uno stato di apprensione, di turbamento: gli ho nascosto una parte della verità per non impressionarlo; essere impressionato da un fatto, da una notizia, da un doloroso spettacolo; un episodio che ha vivamente impressionato l’opinione pubblica. Nell’intr. pron., subire un’impressione o essere disposto a ricevere con violenza le impressioni: s’impressionò visibilmente al mio racconto; è una bambina che s’impressiona facilmente. b. Con sign. più generico, e determinato dagli avverbî bene, male, favorevolmente, sfavorevolmente, fare buona o cattiva impressione, suscitare in altri una disposizione e un giudizio di favore o di sfavore: il colloquio che ho avuto con lui mi ha favorevolmente impressionato. c. Con partic. accezione, è usato in etologia, soprattutto nel passivo, per indicare l’imprinting, particolare forma di apprendimento precoce da parte degli animali. ◆ Part. pres. impressionante, frequente come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. impressionato, anche come agg.: una pellicola, una lastra già impressionata; rientrò in casa facendo finta di nulla, ma si vedeva ch’era molto impressionato; i genitori rimasero impressionati a quella notizia. Con riferimento al sign. 1 di impressione, in geologia, di ciottolo che mostra impronte superficiali a forma di incavi dovute alla compressione meccanica di altri ciottoli, accompagnata o no da dissoluzione chimica nell’area di contatto.