improprio
impròprio (ant. e pop. impròpio) agg. [dal lat. improprius]. – 1. a. Non proprio, riferito soprattutto a parole, locuzioni e sim. adoperate in un senso o in un modo diverso da quello che hanno nel retto uso, che non esprimono quindi con proprietà il concetto: vocabolo i.; modo di dire i.; per estens., riferito a chi scrive: è uno scrittore efficace ma spesso improprio. b. Con sign. più generico (direttamente contrapposto a proprio): armi i. (v. arma, n. 1 a); nel diritto medievale, dominio i., il diritto che spettava (fino a quando non si fosse compiuta l’usucapione) a colui che aveva acquistato in buona fede la cosa da chi non ne era proprietario. c. non com. Inadatto, o inopportuno, sconveniente: sostenere una tesi con argomenti i.; abito i. al luogo, alla circostanza; tenere un linguaggio improprio. 2. In linguistica e grammatica: a. Composti i., nelle lingue flessive, i composti in cui tutti e due gli elementi sono declinati o coniugati, o comunque nella forma in cui possono apparire anche isolati (per es., il lat. iurisperitus, formato del genitivo iuris «del diritto» e di peritus «esperto»). b. Dittonghi i., digrammi o trigrammi vocalici che hanno perso da tempo (o, in qualche caso, non hanno mai avuto) la pronuncia dittongata, come in francese ou 〈u〉, eau 〈o〉. c. Preposizioni i., quelle costituite da parole appartenenti ad altre categorie grammaticali ma usate con funzione di preposizione; per es., i participî presenti durante e mediante, il participio passato eccetto, gli aggettivi lungo, salvo, gli avverbî prima, sopra, ecc. 3. In matematica: a. Frazione i., frazione nella quale il numeratore è maggiore del denominatore, cioè frazione maggiore dell’unità (in questo e in altri casi, il termine è ancora il contrapp. di proprio, quando a quest’ultimo aggettivo si dia il significato di «in senso stretto»). b. Punto i., di una retta, il suo «punto all’infinito», cioè la sua direzione, ovvero ancora l’astratto della classe formata dalla retta stessa e dalle rette ad essa parallele. Retta i., di un piano, il luogo dei punti improprî, delle rette del piano, o, se si vuole, la giacitura del piano, cioè l’elemento comune al piano e a tutti i piani ad esso paralleli, ovvero l’astratto della classe dei piani paralleli a quello dato. Piano i., dello spazio, il luogo dei punti improprî delle rette dello spazio, e quindi delle rette improprie dei piani dello spazio. ◆ Avv. impropriaménte (ant. e pop. impropiaménte), in modo improprio, senza proprietà, soprattutto di linguaggio: termine adoperato impropriamente; le mani della scimmia sono impropriamente dette «piedi».