improvviso1
improvviṡo1 (ant. o letter. improviṡo) agg. e s. m. [dal lat. improvisus, comp. di in-2 e provisus, part. pass. di providere «prevedere»]. – 1. agg. a. Di cosa che giunge imprevista, inaspettata, senza alcun preannuncio: un evento i.; fortuna, disgrazia i.; un i. crollo finanziario; temporale i.; un i. ostacolo; morire di morte i. (per la sindrome di morte i. negli infanti, v. SIDS). b. Di atto, sentimento, comportamento, che si fa o si manifesta d’un tratto, senza preparazione o premeditazione: fece un movimento i.; ebbe un i. mutamento d’umore, un i. scatto d’ira; amore, odio improvviso. c. Di persona (con valore quasi avverbiale), inatteso: giunse i.; anticam. anche con il senso di impreparato: credendo li loro avversarii trovare improvvisi (Boccaccio); meglio fia, che non vadi improviso, E de’ costumi suoi tu sappia parte (Ariosto). 2. s. m. a. non com. Composizione poetica improvvisata, poesia estemporanea. b. Componimento musicale che ha carattere d’improvvisazione (termine corrispondente al fr. impromptu: v.): gli i. di Chopin. 3. Sostantivato, nelle locuz. avv. all’improvviso e meno com. d’improvviso, inaspettatamente, senza essere previsto o preannunciato, senza preparazione: arrivare, partire all’i., accadde all’i.; gli si affacciò d’i. un dubbio, un sospetto; comporre all’i., improvvisare; leggere (musica), suonare, interpretare all’i., eseguire un brano musicale che non s’è ancora studiato. ◆ Avv. improvviṡaménte, senza essere previsto o preannunciato, d’un tratto, inaspettatamente: cominciò improvvisamente a piovere; mancò improvvisamente la luce; balzò improvvisamente in piedi; si mise improvvisamente a singhiozzare.