impugnatura
s. f. [der. di impugnare1]. – 1. L’atto e, più comunem., il modo d’impugnare un’arma, un arnese, uno strumento, un comando, ecc.; in partic., il modo d’impugnare la spada o il fioretto nella scherma, di afferrare e tenere la racchetta nel tennis (i. europea, i. americana orientale, i. americana occidentale), il modo con cui si afferra un attrezzo all’inizio di un esercizio ginnico (i. ad anello, a palme opposte, a penna, i. sopra, i. sotto) o si impugna la sbarra nella pesistica (i. normale, a palmo aperto, a incrociamento). 2. In senso concr., la parte di un’arma (bianca o da fuoco) che si stringe in pugno per adoperarla; in partic., nelle armi da scherma, la parte della guardia compresa tra la coccia e il pomolo (può essere di tre tipi: anatomica, italiana, francese); i. dell’arco, la parte centrale che viene afferrata nel puntare l’arma. Più genericam., la parte per cui s’impugna un attrezzo o strumento: l’i. del coltello, della racchetta, del martello, di un cacciavite, ecc.; i. del remo, la sua estremità cilindrica (detta anche girone), dove viene impugnato dal vogatore, o dai diversi vogatori (se remo a scaloccio), per manovrarlo.