inaugurare
v. tr. [dal lat. inaugurare, comp. di in-1 e augurare: v. augurare] (io inàuguro, ecc.). – 1. Nell’originario sign. latino, consacrare al culto cosa o persona, previa consultazione del volere degli dèi da parte degli àuguri: i. un tempio ad Atena; i. il flamine di Giove. 2. a. Nell’uso moderno, solennizzare con cerimonia civile, o civile e religiosa insieme, lo scoprimento di una lapide, di una statua, di un monumento, l’apertura all’uso di un’opera pubblica e sim.: i. una targa votiva; i. una fiera, un’esposizione, una linea ferroviaria. Anche con riferimento alla ripresa di attività annuali: i. l’anno scolastico, l’anno accademico, l’anno giudiziario. b. fig. Iniziare, dare inizio a qualcosa (e s’intende, di solito, con buoni auspìci): i. un’età nuova, un’era di pace. c. Per estens., nel linguaggio fam. (e spesso scherz.), cominciare a usare un oggetto nuovo, ad abitare per la prima volta un ambiente, avviare un’attività, e sim., senza idea di solennità: oggi ho inaugurato la mia giacca nuova; il mese prossimo inaugureremo il nuovo negozio; quando vogliamo i. i lavori per la sistemazione del giardino?; i. un nuovo sistema, un nuovo metodo, un nuovo orario.