incartare
v. tr. e intr. [der. di carta]. – 1. tr. Avvolgere in carta: per favore, m’incarti tutto; il tramezzino glielo incarto o lo mangia qui? 2. intr., tosc. a. Con la particella pron., e riferito a cosa, diventare duro come carta: la biancheria stirata con ferro troppo caldo s’incarta. b. Con l’aus. avere, riferito ai bozzoli dei bachi da seta, acquistare maggiore o minore consistenza: i bozzoli hanno incartato bene, male. 3. intr. pron. a. In alcuni giochi di carte, in partic. nel bridge, venire a trovarsi nella condizione di non poter utilizzare le carte del compagno per non aver ben calcolato la successione delle varie prese e gli scarti. b. In senso fig., non com., confondersi, imbrogliarsi mentre si sta facendo qualcosa: stavo cambiando la disposizione dei libri, ma mi sono incartata e ora non so più cosa fare; ha cominciato a parlare, ma all’improvviso s’è incartato in una frase difficile e si è bloccato. ◆ Part. pass. incartato, anche come agg.: merce incartata (o incartata bene, male, alla peggio); biancheria incartata, indurita per cattiva stiratura, o per eccesso di appretto.