incastrare
v. tr. [lat. tardo *incastrare, comp. di in-1 e castrare «tagliare, castrare», o forse der. di castrum «castello, fortezza» (v. incastratura)]. – 1. a. Inserire una cosa o una struttura in un’altra a viva forza, in modo che occupi per intero il vano in essa aperto e non ne possa uscire facilmente: i. un cuneo nel legno; fig.: i. troppe citazioni nel discorso. b. Come intr. pron., inserirsi, ficcarsi con forza: il proiettile s’incastrò nel muro; per la violenza dell’urto, l’automobile si era incastrata sotto il camion. c. Con uso intr. (aus. avere), aderire con precisione in un vano, in una cavità: fa’ in modo che il tassello incastri bene. 2. In senso fig., nel linguaggio fam., mettere nei guai, o in una situazione da cui è difficile uscire: i. un criminale, trovare le prove necessarie e inconfutabili per farlo catturare (e analogam., un commissario, un giudice abilissimo nell’i. un imputato, nel metterlo alle strette con prove e argomenti schiaccianti che gli rendono impossibile negare la propria colpevolezza); con una domanda a tranello, è riuscito a incastrarmi; farsi i. da una ragazza, essere abilmente costretto da lei a un fidanzamento o al matrimonio. ◆ Part. pass. incastrato, anche come agg.: serratura incastrata nell’uscio; è rimasto con un dito incastrato nella tramoggia; fig.: trovarsi incastrato in una situazione difficile, e sim. Nella scienza delle costruzioni, di struttura dotata di vincolo di incastro (v. incastro, n. 1 a).