incrostazione
incrostazióne s. f. [dal lat. tardo incrustatio -onis]. – 1. Il processo dell’incrostare (nel sign. 2 del verbo) e dell’incrostarsi. Più spesso concr., il materiale depositato in forma di crosta: i. saline; il guscio di alcuni molluschi è costituito in parte di i. calcaree; le i. sulle chiglie delle navi; incrostazioni nei motori, quelle dovute alle gomme, cioè ai prodotti di polimerizzazione e successiva ossidazione di idrocarburi insaturi presenti nel carburante; incrostazioni delle caldaie, quelle che si formano sulle pareti metalliche delle caldaie a contatto con l’acqua, originate dalle deposizioni dei sali in essa disciolti. 2. L’operazione dell’incrostare (nel sign. 3); concr., il risultato di tale operazione, il materiale tagliato in strati sottili di cui si riveste un oggetto per ornamento: un tavolo con incrostazioni di madreperla. In partic., tecnica decorativa consistente nell’applicazione, mediante malte fini e compatte o colle molto tenaci, di sottili lastre di marmi e pietre pregiate su grandi lastre di marmo di minor pregio, come ornamento di edifici sontuosi e spec. di alcune parti di essi (per es., gli altari nelle chiese cristiane). 3. In paletnologia, tecnica usata per ravvivare i motivi decorativi incisi o impressi sulla superficie di vasi o altri oggetti riempiendoli di sostanze generalmente di colore bianco o rosso. 4. In etnologia, particolare tipo di mutilazione dentaria, praticato da varie popolazioni indigene precolombiane dell’America Centro-meridionale, consistente nell’inserire negli incisivi, dopo avervi operato un foro, dischetti o piastrine di metallo o di altro materiale.