indifferenza
indifferènza s. f. [dal lat. indifferentia, der. di indiffĕrens «indifferente»]. – 1. In filosofia, stato tranquillo dell’animo che, di fronte a un oggetto, non prova per esso desiderio né repulsione; o che, di fronte all’esigenza di una decisione volontaria, non propende più per l’uno che per l’altro termine di un’alternativa. Nell’ascetica, è lo stato (necessario al conseguimento della vita perfetta) in cui si rinuncia a ogni scelta finché non si conosca la volontà di Dio per uniformarsi completamente ad essa. 2. Nell’uso com., spesso con tono di biasimo, condizione e comportamento di chi, in determinata circostanza o per abitudine, non mostra interessamento, simpatia, partecipazione affettiva, turbamento e sim.: lo guardò con i., con ostentata i., con fredda, cinica i.; ascoltava con la massima i. i suoi rimproveri; mostrare i. verso i dolori e le necessità della povera gente. 3. In economia: curve (o linee) d’i., curve che rappresentano graficamente le scelte possibili fra azioni economiche capaci di recare al soggetto soddisfazione equivalente, e quindi perfettamente sostituibili l’una all’altra; legge d’i. (o di unicità) del prezzo, enunciato secondo il quale, in un mercato in cui vigano condizioni di libera concorrenza assoluta, in un dato momento c’è un solo prezzo per ciascuna unità di un prodotto considerato.