individuo
indivìduo agg. e s. m. [dal lat. individuus «indiviso, indivisibile», comp. di in-2 e dividuus «diviso», che traduce il gr. ἄτομος: v. atomo]. – 1. agg., letter. a. Indiviso, che non si può dividere: questa santa e i. Trinità (Boccaccio); unità individua. b. Individuale, particolare: l’esistenza i.; le opinioni i.; i privilegi individui. 2. s. m. a. Ogni singolo ente in quanto distinto da altri della stessa specie. In biologia, ogni organismo animale o vegetale, uni- o pluricellulare, che non può essere suddiviso senza perdere le sue caratteristiche strutturali e funzionali (il complesso di tutti gli individui che hanno le stesse caratteristiche costituisce la specie, cioè il più piccolo gruppo della sistematica). b. In partic., l’uomo considerato genericamente, in quanto oggetto di rilevazioni statistiche: il numero dei nati in un anno su mille i.; o in quanto singolo elemento di una collettività: non si può recare offesa all’i. senza offendere la società stessa; difendere, garantire in seno alla società i diritti dell’individuo. Nell’uso com., anche per indicare un uomo determinato, per lo più con tono spreg.: c’è un i. che ti cerca; chi è quell’i.?; un i. sospetto, pericoloso; un losco individuo. c. Per estens., di cose che abbiano composizione costante o sviluppo unitario: ogni lingua costituisce un i. storico. In fisica, i. cristallino, porzione di materia cristallina fisicamente e chimicamente omogenea, senza forma ben definita.