induttore
induttóre s. m. e agg. (f. -trice) [der. di indurre; nei sign. 4 e 5, dal fr. inducteur]. – 1. raro. Chi o che induce, sia nel senso di far venire, provocare qualche cosa, sia in quello di sospingere, persuadere: l’una de le quali [cagioni] è induttrice di necessitade, l’altra di pigrizia (Dante). 2. In embriologia: a. Come agg., che provoca induzione: principio i., azione induttrice. b. Come s. m., frammento di tessuto vivente che provoca il differenziamento, per induzione, in un tessuto embrionale, altrimenti indifferenziato. 3. In biologia molecolare, come s. m., sostanza chimica in grado di attivare un gene interagendo con il repressore di quel gene e permettendo così la sintesi della proteina da esso codificata. 4. In chimica, come s. m., composto che partecipando a una reazione accelera, contemporaneamente, la velocità di un’altra reazione, detta indotta (v. indótto). 5. In elettrotecnica, come agg., sinon. di inducente: campo i.; circuito induttore. Come s. m.: a. Elemento circuitale che ha il compito di realizzare una certa induttanza (sinon. di bobina di induttanza). b. Elemento di macchina elettrica, o apparecchio, destinato a provocare fenomeni di induzione. 6. In geofisica, i. terrestre, strumento per la misurazione dell’inclinazione del campo magnetico terrestre, basato sul fenomeno dell’induzione elettromagnetica; schematicamente, è costituito da un meccanismo a manovella che fa rotare una bobina piatta collegata a un sensibile galvanometro; si varia l’assetto dell’asse di rotazione finché il galvanometro indica che nella bobina non c’è corrente indotta dal campo magnetico: in questa situazione l’asse di rotazione è diretto come il vettore del campo, del quale è quindi immediato determinare l’inclinazione, leggendola su un apposito cerchio graduato verticale. Fino all’avvento dei magnetometri vettori a precessione nucleare, negli anni ’60 del Novecento, è stato lo strumento più usato per misurare l’inclinazione magnetica.