infamare
v. tr. [dal lat. infamare, der. di infamis «infame»]. – 1. Rendere infame, coprire d’infamia, disonorare: la sua vita disonesta l’aveva infamato; nel rifl.: infamarsi con dissolutezze, con gravi colpe. 2. Screditare il nome di qualcuno con accuse disonoranti o comunque lesive del suo onore (sinon. di diffamare, che ha però nel linguaggio giur. un sign. più specifico, e indica piuttosto l’opera, l’attività di chi diffonde le accuse, che non l’effetto che queste hanno sull’onore della persona): i. con calunnie, con gravi rivelazioni; i. presso i cittadini o nell’opinione pubblica. ◆ Part. pres. infamante, anche come agg., che copre d’infamia, di disonore: vita, contegno infamante; vizî infamanti; accuse, voci infamanti. Nel medioevo fu detta infamante la pena che colpiva d’infamia colui che l’aveva subìta, indipendentemente dalla qualità e gravità del crimine commesso. ◆ Part. pass. infamato, anche come agg., coperto d’infamia, che ha cattivo nome (in questa seconda accezione, se riferito a luoghi, a ambienti, è più com. malfamato, che è tuttavia meno grave).