infermiere di famiglia
loc. s.le m. Professionista del servizio sanitario nazionale che si prende cura dei pazienti durante il ricovero ospedaliero e, successivamente, presso il loro domicilio. ◆ L’idea è stata portata dal presidente dell’Unione dei medici generali europei, Claudio Cricelli, al convegno dei Collegi infermieristici, tenutosi di recente a Rimini: la nuova figura potrebbe assistere malati terminali e malati cronici, anziani, portatori di handicap, ma anche malati acuti in cura a casa. Favorevoli gli infermieri e il presidente dei Collegi di categoria: «Anche nel piano previsionale dell’Organizzazione mondiale della sanità, per il nuovo secolo si parla dell’infermiere di famiglia». (Silvia Sperandio, Corriere della sera, 5 marzo 2000, Corriere Salute, p. 26) • [tit.] Ecco l’infermiere di famiglia / Dall’ospedale andrà direttamente a casa del paziente [testo] Lavorerà insieme al medico di base, curerà gli anziani e i malati dopo un intervento chirurgico, uscirà dall’ospedale per entrare direttamente nelle case dei pazienti. È questo il nuovo «infermiere di famiglia», una figura professionale emergente delineata ieri a Roma durante il congresso nazionale della categoria. (Messaggero, 20 settembre 2002, p. 1, Prima pagina) • gli ordini professionali degli infermieri, che in tutta la regione rappresentano 52mila professionisti, di cui 20mila a Milano, lamentano una mancanza di confronto e di dialogo. «Noi non vogliamo solo parlare di numeri e aumenti di stipendi – spiega [Giovanni] Muttillo – la Regione Lombardia ha più di 200 ospedali, con la più alta concentrazione di strutture di tutta Italia, e di fronte all’emergenza infermieristica ci vogliono provvedimenti speciali da adottare subito». Per arginare l’assedio dei pronto soccorso, Muttillo aveva proposto, con tutti i collegi lombardi, l’infermiere di famiglia. (Laura Asnaghi, Repubblica, 27 ottobre 2007, Milano, p. IX).
Composto dal s. m. infermiere, dalla prep. di e dal s. f. famiglia, sul modello di medico di famiglia.