inferno2
infèrno2 s. m. [lat. tardo infĕrnus o infĕrnum, uso sostantivato dell’agg. infernus (v. la voce prec.), che assume il sign. 2 nel lat. eccles.]. – 1. non com. L’oltretomba secondo la concezione pagana (più com., in questo senso, Inferi): la discesa di Orfeo all’i.; i fiumi dell’i.; l’i. pagano comprendeva il Tartaro e i Campi Elisi. 2. a. Nella concezione cristiana, stato di eterna sofferenza delle anime dei peccatori, consistente nella privazione della visione di Dio, ma raffigurato, nelle credenze popolari, come un luogo dove i dannati scontano per l’eternità le loro colpe non soltanto con pene morali ma anche con tormenti materiali, tra cui soprattutto il fuoco: meritare l’i.; essere condannato all’i.; andare all’i.; le pene, i tormenti, le fiamme, i diavoli dell’i.; per il prov. l’i. è lastricato (o la via dell’i. è lastricata) di buone intenzioni, v. intenzione, n. 1 d. b. Con uso personificato e collettivo, l’insieme delle potenze infernali: pareva che tutto l’i. si fosse scagliato contro di loro; E in van l’Inferno vi s’oppose (T. Tasso). 3. La concezione e la descrizione dell’inferno in una determinata età o in un determinato autore: l’i. pagano, l’i. cristiano; l’i. di Virgilio; nell’i. di Dante le pene sono distribuite secondo la legge del contrappasso. Come nome proprio, l’Inferno, titolo della prima cantica della Divina Commedia dantesca. 4. Di uso frequente, spec. nel linguaggio fam., in molte espressioni fig., per indicare sia gravi tormenti fisici o morali, sia violenti turbamenti atmosferici, o gran chiasso e confusione: l’i. di un’anima, in quanto travagliata da passioni; soffrire pene d’i., o le pene dell’i.; che temporale!, s’era proprio scatenato l’i.; gridavano, cantavano, ballavano, facevano l’i., o era un vero i.; con l’uno o con l’altro senso, anche la locuz. aggettivale d’inferno, con usi sim. a diabolico, infernale: una vita d’i., piena di tribolazioni, insopportabile; una giornata, una notte d’i., tormentata, agitata, o piena di tuoni, temporali, cataclismi, ecc.; facevano una confusione, un baccano d’i.; con altro senso, ha una lingua d’i., diabolica, maligna. Molto com. la locuz. mandare all’i., allontanare da sé, liberarsi, o cercare di liberarsi da persona o cosa che reca grande fastidio, che comporta noie e seccature: mi verrebbe voglia di mandare all’i. l’ufficio e chi lo dirige; mandalo all’i. quello scocciatore!; con sign. e tono analogo, andare all’i., in forma diretta, nell’imperativo, modo di sbarazzarsi di persona molesta o di cosa noiosa, preoccupante: ma andate all’i. tutti quanti!; vada all’i. anche il concorso, non ne voglio più sapere; va all’i.!, spesso anche assol. all’i.!, esclamazioni d’ira, d’irritazione. 5. In alcune biblioteche pubbliche, la sezione (fr. Enfer) nella quale sono raccolti i libri pornografici che un tempo si davano in lettura solo eccezionalmente per comprovati motivi di studio. 6. Nome di alcuni ripostigli, pozzetti e simili. In partic., nell’industria olearia di tipo rurale, locale sotterraneo nel quale sono convogliate e raccolte in pozzetti tutte le acque di vegetazione e di lavaggio, e lasciate riposare per alcune settimane; col tempo si raccoglie sulla superficie uno strato di olio di qualità molto scadente (olio d’i.), usato in saponeria.