infondere
infóndere v. tr. [dal lat. infundĕre, comp. della prep. in «dentro» e fundĕre «versare»] (coniug. come fondere). – 1. a. letter. Versare dentro: non veduto entro le mediche onde De gli apprestati bagni il succo infonde (T. Tasso); Pontònoo il bon licore infuse, E il recò, propinando, a tutti in giro (Pindemonte); o versare intorno, versare sopra: Giove ringrandì la terra d’ogn’intorno, e v’infuse il mare (Leopardi); i. sopra la piaga olio e vino (Guerrazzi); anticam. anche di materie solide: con le larghe pale Altri il carbon ne le fornaci infonde Scintillanti e ruggenti (V. Monti). Con l’una e con l’altra accezione, il verbo è in uso nel linguaggio liturgico, riferito al sacerdote che infonde nel calice il vino, o che infonde l’incenso nel turibolo. b. ant. Mettere in infusione. 2. Nell’uso com. soltanto in senso fig., comunicare, indurre proprietà, capacità, energie, doni materiali e spirituali, ispirare o instillare sentimenti, e sim.: i. la vita, l’anima; i. vigore nelle membra; i. coraggio, speranza; i. sani principî; l’alta letizia Che ’l tuo parlar m’infonde (Dante); e mite un sentimento Di vigore e di pace al cor m’infondi (Carducci). Come intr. pron., penetrare, comunicarsi, talora con valore passivo: le virtù che dagli astri celesti s’infondono negli uomini. ◆ Part. pass. infuṡo, frequente come agg. e s. m. (v. la voce).