infuriare
v. intr. [der. di furia] (io infùrio, ecc.). – 1. (aus. essere) Diventare furioso; adirarsi in modo violento; nell’uso com., soltanto con la particella pron.: alla minima contrarietà s’infuria; al mio rifiuto, s’infuriò. Raro l’uso trans., con valore causativo: basta un nulla per infuriarlo (più com., in questo senso, far infuriare). 2. (aus. avere) a. Scatenarsi, manifestarsi in modo violento, rabbioso, detto soprattutto di fenomeni atmosferici, malattie, contagi, o di altre pubbliche calamità: l’uragano, la burrasca infuriava; il temporale infuriò per tutta la notte; le navi non potevano affrontare il mare per l’i. dei venti; la peste infuriò a lungo in tutta la regione; il morbo infuria, Il pan ci manca (Fusinato); la battaglia infuriò per tre giorni con grande accanimento da entrambe le parti; infuriava ancora nel paese la guerra civile. b. Riferito a persona, imperversare, lottare o dibattersi con violenza rabbiosa: Sotto i colpi del re che innanzi a tutti Oltre modo coll’asta infuriava (V. Monti). ◆ Part. pass. infuriato, anche come agg., furente, fuori di sé dalla rabbia, o che manifesta negli atti il proprio furore: gli corse addosso tutto infuriato; se n’andò infuriato sbattendo la porta; lasciando don Rodrigo a misurare, a passi infuriati, il campo di battaglia (Manzoni); anche riferito alle forze della natura, in grande agitazione: affrontare il mare infuriato, il vento infuriato; le onde sbattevano infuriate contro gli scogli.