inganno /in'gan:o/ s. m. [der. di ingannare]. - [espediente illegale per ostacolare o agevolare la riuscita di un'impresa: carpire con l'i. la buona fede di qualcuno; un pietoso i.] ≈ frode, imbroglio, (region.) inciucio, (region.) inghippo, (non com.) prunaio, raggiro, sotterfugio, trabocchetto, tranello, trappola, trucco, truffa. ● Espressioni: trarre in inganno [indurre in errore] ≈ [→ INGANNARE (1)].
inganno. Finestra di approfondimento
Tipi di inganno - I. è il termine più generico per indicare l’azione del raggirare qualcuno (o il suo esito): senza dubbio, c’è un i. sotto (L. Pirandello). I numerosi sinon. sono tutti più specifici o più marcati. A inganni e illegalità dal punto di vista giuridico, e di tipo prevalentemente economico - ovvero volti ad arricchirsi illecitamente ai danni di qualcuno - alludono frode e truffa: gli urli di indignazione della piazza per la frode scoperta delle banche (L. Pirandello); è stato arrestato per truffa. Il primo termine, tuttavia, ha anche usi fig., di registro molto formale: il poeta si spassa a rappresentar la frode delle varie illusioni e a frodar anche i maghi che le frodi ordiscono (L. Pirandello). Dolo, originariamente lett., è oggi d’uso esclusivam. giur. (alludendo o all’intenzionalità o all’inganno col quale è stata commessa un’azione illegale): quell’azione è stata compiuta con dolo. Anche imbroglio si riferisce spesso a illegalità a sfondo per lo più economico o politico: il Sindaco e la Giunta lo guardavano trasognati, con la vaga inquietudine di chi sente farsi gran lodi e non sa perché, e teme d’esser caduto in qualche imbroglio (A. Fogazzaro). Col fam. intrallazzo si intende una serie di imbrogli volti ad ottenere, per lo più, vantaggi politici o economici: è riuscito ad ottenere la promozione grazie a qualche intrallazzo. In questo senso sono anche usati intrigo o tra·co, i meno formali e più giornalistici inciucio o maneggio e il region. pastetta: voglio stare alla larga dagli inciuci di partito. La singola azione con cui si sorprende l’altrui buona fede può essere detta anche inghippo, oltreché i. o imbroglio: è stato un inghippo. Più formali sono impostura,raggiro,turlupinatura, mentre più fam. sono bidonata,bidone o fregatura: m’ha tirato un bel bidone; ho preso una fregatura. Tranello,trappola, il lett. insidia e il fam. trabocchetto rimandano ad azioni, non necessariamente illegali, volte a danneggiare qualcuno (per ragioni politiche, per gelosia, per scherzo o altro): qui dev’essere stato inventato un tranello, per imbrogliare uno di noi (F. Tozzi); rise della trappola che mi aveva teso con la sua modestia (L. Pirandello). Più attenuati sono sotterfugio,trucco o, più ricercato, il francese escamotage, che sottolineano l’aspetto della segretezza e dell’ingegno con cui si escogita un espediente per ingannare qualcuno: gli disse che aveva trovato un sotterfugio per allontanare Francesca e parlare con lui a quattr’occhi (I. Svevo); è stato tutto un trucco per prendersi gioco di me.
Ingannare con le parole - Se un inganno è compiuto con le parole, il termine più appropriato è bugia, con i sinon. più formali falsità e menzogna: quando dico una bugia, divengo rosso (C. Goldoni); ha pubblicato un articolo pieno di menzogne. Numerosi sono i sinon. fam., da balla a frottola, da storia a fandonia, ai volg. cazzata e stronzata: stai dicendo un sacco di cazzate. Va osservato che bugia si addice a singole affermazioni false (mi ha raccontato un mucchio di bugie), mentre falsità e menzogna possono designare anche l’atto del mentire o l’essere falso: tutta la sua vita non è altro che menzogna; è evidente la falsità del suo racconto. Mentre per quest’ultimo sign. si dispone di vari contr. (autenticità,veracità,verità,veridicità: prima di fare certe dichiarazioni pubbliche, sarebbe bene verificare la veridicità dei dati presentati), i contr. di bugia sono prevalentemente frasali: cosa vera,racconto veritiero e sim. Si può usare anche verità, che però non è molto com. in quest’uso: nel suo discorso c’erano tre bugie e due verità. Un altro sinon. di i. o bugia può essere invenzione: le tue sono pure invenzioni: non hai alcuna prova di ciò che dici (v. la scheda INVENTARE).
Chi inganna - Chi afferma cose non vere è detto bugiardo,falso o, lett., mentitore: volete farmi fare la figura di bugiardo (G. Verga). Impostore è propriam. chi mente e inganna continuativamente (in modo per lo più ritenuto molto grave), allo scopo di trarre vantaggi personali: siete cascato in mano d’un impostore che cercherà in tutti i modi d’approfittarsi di voi e della roba vostra, facendosi complici tutti (L. Pirandello). Chi compie inganni è detto ingannatore, con sinon. diversi che richiamano le sfumature semantiche dei sinon. di ingannatore: imbroglione, truffatore: lo sanno tutti che razza d’imbroglione, di ladro e di falsario è il vostro principe! (F. De Roberto). Ingannatori o bugiardi particolari sono i millantatori e gli ipocriti. Millantatore è chi si spaccia per quello che non è, con doti o mezzi che non possiede, con i sinon. più com. fanfarone,gradasso,sbruffone,spaccone: questo dottor Palumba dev’essere un fanfarone, uno di questi soliti cianciatori delle farmacie rurali, che si fanno belli dell’amicizia di chiunque fuori del cerchio del paesello nativo sia riuscito a farsi, comunque, un po’ di nome, anche di ladro emerito (L. Pirandello). Ipocrita o, meno com., simulatore è chi finge di provare sentimenti che non prova, di avere idee che non ha e sim., allo scopo di ottenere qualche vantaggio: gli davano dell’ipocrita perché pretendeva conservare le antiche amicizie mentre era diventato settario, l’esecutore delle partigianerie, delle ingiustizie del duca (F. De Roberto).