ingorgarsi
v. intr. pron. [der. di gorgo] (io m’ingórgo, tu t’ingórghi, ecc.). – 1. Fare, formare un gorgo, detto propriam. dell’acqua o in genere di un liquido, e anche del fumo, dell’aria, di un gas, che si accumulano nel vano in cui defluiscono così da non trovare libero sfogo: l’acqua s’ingorga spesso all’uscita del canale; se c’è vento, il fumo s’ingorga facilmente nella cappa del camino; per estens., riferito alle correnti del traffico, alla folla in movimento, e sim.: è un incrocio in cui il traffico s’ingorga sempre, nelle ore di punta; la gente s’ingorgava in quelle strette viuzze. In medicina, non com., di umori fisiologici che non defluiscono regolarmente dalle ghiandole generando infiammazione. 2. Di una conduttura, intasarsi, ostruirsi, ostacolando il normale deflusso dei fluidi: il tubo di scarico s’è ingorgato; per analogia, di strade e altri passaggi: c’è intenso traffico, e le vie s’ingorgano. In usi trans., con valore causativo, provocare un ingorgo: c’erano nei piatti avanzi di cibo, che hanno ingorgato lo scarico del lavandino (ma più com. intasare, ostruire).