innocuo
innòcuo (ant. inòcuo) agg. [dal lat. innocuus, comp. di in-2 e nocuus «nocivo», der. di nocēre «nuocere»]. – 1. Che non nuoce, che non fa male, o che non è in grado di far male: una pianta i., non velenosa; il prodotto è colorato con sostanze i.; un farmaco, un rimedio i., che non ha controindicazioni (ma spesso s’intende che non ha alcun effetto); un’arma ormai i., fuori uso; animali selvatici ma innocui. Riferito all’uomo o ad azioni umane: un demente i.; minacce i., non seguite dall’azione; accuse, insinuazioni i.; ha spesso uso spreg., o comunque limitativo: lascialo gridare, è un uomo i.; un essere, un individuo i., inetto, dappoco; oppure (riferito agli atti e alle parole), iron. o scherz.: aggiunse alcune i. malignità; disse qualche i. facezia; ci raccontò un’i. barzelletta. 2. ant. Innocente, privo di colpa: per molti secoli si nutricò e visse inocua l’umana generazione dopo ’l diluvio universale (Boccaccio). ◆ Avv. innocuaménte, in modo o in atteggiamento innocuo, senza intenzione di nuocere: la belva, ormai sazia, se ne stava innocuamente sdraiata.