insidia
insìdia s. f. [dal lat. insidia (di solito al plur. insidiae -arum), der. di insidēre «star sopra, star fermo», comp. di in-1 e sedere «star seduto»]. – 1. Inganno preparato di nascosto per danneggiare una o più persone (materialmente o moralmente), o per farle cadere in nostro potere: tendere un’i. a qualcuno; preparare, macchinare insidie contro qualcuno; temere, sospettare un’i.; essere esposti alle i. del mondo, dei malintenzionati; sfuggire a un’i.; le abili, o sottili, i. di un corteggiatore; le i. del demonio, dei virus informatici. In senso concr., il mezzo stesso con cui si insidia, o le persone che stanno nascoste per un attacco di sorpresa: boschi, montagne piene d’insidie; si guardava intorno per scoprire qualche eventuale insidia. Nelle operazioni belliche, sinon. di agguato. Nella guerra navale, in senso concr., qualsiasi mezzo che tende all’offesa del nemico e di cui non sia possibile avvertire o prevedere la presenza per difficoltà di avvistamento; la tattica stessa che riguarda l’impiego di tali mezzi. 2. Per estens., pericolo nascosto, anche non preparato intenzionalmente: le i. della montagna; questa buca in mezzo alla strada è una vera i. all’incolumità pubblica; l’acqua, per il pescatore e il marinaio, è vita e morte, sostentamento e i. (Claudio Magris). Fig., qualsiasi allettamento che costituisca o si ritenga un facile pericolo, una tentazione, una seduzione (con questo sign. è frequente il plur.): le i. della bellezza femminile; le i. della moda; le i. del guadagno facile ma poco trasparente.