insinuazione
insinuazióne s. f. [dal lat. insinuatio -onis]. – 1. L’insinuare, l’insinuarsi, quasi esclusivam. negli usi traslati del verbo. In partic., accusa maligna o calunniosa mossa indirettamente; parole subdole e apparentemente prive di malanimo, con cui si cerca di insinuare in qualcuno un sospetto: fare un’i.; raccogliere un’i., prestarvi fede; respingere le i. maligne; questa è una vile insinuazione. Meno com. (con riferimento al sign. 2 a del verbo insinuare), l’azione e le parole con cui si cerca di instillare in altri un sentimento, una convinzione, di influire sulla sua volontà: s’immaginava che la sua ripugnanza al chiostro, e la resistenza all’insinuazioni de’ suoi maggiori, nella scelta dello stato, fossero una colpa (Manzoni). 2. Nella retorica classica (lat. insinuatio), parte dell’esordio nella quale l’oratore cercava di cattivarsi l’animo degli ascoltatori. 3. a. Nel linguaggio giur., i. di un credito, domanda di essere ammesso al passivo in una procedura di fallimento, mediante inclusione nella lista dei creditori. b. Con riferimento al diritto romano postclassico e delle età successive, registrazione, ossia denuncia e trascrizione nei pubblici registri di un contratto o altro atto privato, di solito dietro pagamento di una tassa (corrispondente alla attuale imposta o tassa di registro); e uffici d’insinuazione furono chiamati, in origine, gli archivî notarili. c. region. I. di una domanda, di una supplica, la sua presentazione agli organi competenti (per questo uso, v. insinuare, n. 3 c).