instabile
instàbile (raro o ant. istàbile) agg. [dal lat. instabĭlis, comp. di in-2 e stabĭlis «stabile»]. – 1. a. In genere, non stabile, che non permane durevolmente nel medesimo stato ma è soggetto a variare, spesso repentinamente: situazione, sorte, fortuna i.; tempo, temperatura instabile. Riferito a persona, che muta facilmente pensieri, desiderî, affetti, che non ha stabilità nello stato psichico: essere i. di carattere, di umore (o avere un carattere, un umore i.); essere i. nei propositi; in psicologia, di bambino o ragazzo che presenta instabilità emotiva (anche sostantivato: è un instabile). b. Nel linguaggio scient., di un tipo di equilibrio che, una volta turbato, non tende spontaneamente a ristabilirsi; analogam., di sistema (meccanico, elettrico, economico, biologico, chimico, ecc.) che si trovi in tale stato di equilibrio: equilibrio economico i., atmosfera i., ecc. In partic.: in chimica fisica, composto i., sostanza che tende spontaneamente a trasformarsi in una sua diversa forma o in una o più altre sostanze; in fisica nucleare, nucleo atomico i., quello che in un tempo più o meno lungo si trasforma in un nucleo diverso emettendo particelle o energia raggiante; isotopo i., lo stesso che isotopo radioattivo; nella fisica delle particelle elementari, particelle i., quelle che decadono producendo due o più particelle più leggere. Più genericam., nella tecnica, di dispositivo, apparecchio e simili, che manchi di sufficiente stabilità: imbarcazione, natante i., incapace di galleggiare con un predeterminato assetto; amplificatore i., che tende spontaneamente a entrare in oscillazione. 2. In linguistica: a. Di forma o sistema fonematico che nel corso dello sviluppo di una lingua si trovi esposto a possibilità di cambiamento (sia per necessità di equilibrio che si faccia valere agendo nel sistema dall’interno, sia per particolarità articolatorie). b. Su un piano generale, di articolazione che nella storia di una data lingua risulti difficile e quindi sia presto alterata. c. In fonologia sincronica, di fonema che, alternando con zero, come la e muta francese 〈ë〉, nella realizzazione fonica può cadere. ◆ Avv. instabilménte, in modo instabile, o in condizione d’instabilità: passare instabilmente dal volere al non volere; una scala appoggiata instabilmente al muro.