instaurare
(meno com. istaurare) v. tr. [dal lat. instaurare «rinnovare, rifare, restaurare» e sim., di origine sconosciuta] (io instàuro, ecc.). – 1. Istituire, stabilire facendo opera d’innovazione (riferito di solito a sistemi politici o sociali): i. la monarchia, l’impero, la dittatura; cacciati i re, i Romani instaurarono la repubblica; i. un governo forte, un regime totalitario; i. un nuovo ordine di cose, una civiltà nuova; i. il regno della giustizia, della libertà; i. un regime di terrore; come intr. pron.: si instaurò un lungo periodo di pace, un’èra nuova. Anche di usi, mode, correnti, tendenze spirituali e sim.: i. un nuovo costume di vita, un modo più libero di pensare e parlare; D’Annunzio instaurò un nuovo gusto nella letteratura italiana. 2. ant. a. Ricostruire, riedificare, restaurare: un tempio de’ frati minori non solamente instaurò, ma da e’ fondamenti di nuovo edificò (Guicciardini). b. Reintegrare, colmare un vuoto, una perdita e sim.: in uno subito le file di dietro instauravano i difetti di quegli davanti (Machiavelli), cioè sostituivano i soldati perduti dalle file antistanti. ◆ Part. pass. instaurato, anche come agg., e solitamente con valore verbale; letter., rinnovato: Dall’aer cieco e da’ natanti poggi Segno arrecò d’instaurata speme La candida colomba (Leopardi).