insultare
v. tr. e intr. [dal lat. insultare, comp. di in-1 e saltare, propr. «saltare su, o contro»]. – 1. tr. Recare volontariamente grave offesa a una persona e alla sua dignità con parole ingiuriose, con atti che tendono a umiliare o schernire, con un contegno intenzionalmente sprezzante e provocatorio: i. un collega; i. un pubblico funzionario; lasciarsi, farsi impunemente i.; anche con oggetto astratto: i. la memoria di un grande; i. l’onore della patria, della bandiera; i. la religione. 2. intr. (aus. avere), letter. Fare, recare insulto (seguito da compl. di termine): i. ai vinti, ai caduti; avresti veduto ... altri impetuosamente i. agl’inimici (Guicciardini); Alle incolpate ceneri Nessuno insulterà (Manzoni). Con uso assol. e in senso fig., poet.: se pia la terra ... sacre le reliquie renda Dall’insultar de’ nembi (Foscolo). 3. intr. (aus. avere), ant. o poet. Raro con il sign. originario latino, saltare sopra: Tempo forse verrà ch’alle ruine Delle italiche moli Insultino gli armenti (Leopardi). ◆ Part. pres. insultante, anche come agg., che reca o costituisce insulto: parole insultanti, lettera insultante, maniere insultanti, un contegno insultante.