interim
ìnterim s. m. [dal lat. intĕrim, avv., «frattanto, nel frattempo», der. di inter «tra»]. – 1. ant. Intervallo di tempo (in senso generico), nelle locuz. nell’i., in questo i. e sim., nel frattempo, in questo frattempo. 2. Nell’uso odierno, il tempo che intercorre fra il momento in cui un soggetto cessa dall’esercizio di determinate funzioni (costituzionali o amministrative) e il momento in cui avviene l’assunzione delle funzioni stesse da parte di un nuovo titolare; con questa accezione, soltanto nella locuz. ad interim (con funzione di agg. o di avv.): ministro ad i., quello che copre un dicastero rimasto vacante e compie gli atti urgenti o di ordinaria amministrazione; assumere, conferire un ministero ad interim. Anche l’incarico stesso, attribuito provvisoriamente a un organo non titolare, in attesa della nomina del nuovo organo: assumere l’i. dell’Interno; il nuovo presidente del Consiglio assumerà anche l’i. degli Esteri. 3. In senso storico, in Germania, durante la lotta tra luterani e cattolici nell’età della Riforma, accordo provvisorio tra le parti, in attesa che un concilio ecumenico definisse le questioni controverse: l’i. di Augusta del 1548.