interpellare
v. tr. [dal lat. interpellare «interrompere con obiezioni, rivolgere domande», comp. di inter- e *pellare «dirigersi, rivolgersi» (intens. di pellĕre «spingere, battere»)] (io interpèllo, ecc.). – 1. a. Rivolgere a qualcuno una domanda: lo interpellò bruscamente; più spesso, interrogare una persona per averne consiglio, per sentire il suo parere: in simili casi, è meglio i. il medico; prima di decidere, avresti dovuto i. me. b. Nel linguaggio polit., rivolgere un’interpellanza: un deputato dell’opposizione ha interpellato il governo (o il ministro dell’Interno) per avere chiarimenti sui recenti disordini. 2. Nel linguaggio giur. ant., richiedere l’adempimento di un’obbligazione: i. un debitore. ◆ Part. pres. interpellante, anche come agg. e s. m. e f., la persona che muove un’interpellanza in Parlamento (o alla giunta regionale, ecc.): il deputato, il consigliere interpellante; l’interpellante si dichiarò insoddisfatto della risposta del ministro. ◆ Part. pass. interpellato, con funzione verbale o di agg., nelle varie accezioni: seguire il parere del medico interpellato; il ministro interpellato si riservò di rispondere; anche come sost., nel primo sign. generico del verbo: l’interpellato si voltò stupito.