interprete
intèrprete (tosc. o letter. intèrpetre) s. m. e f. [dal lat. interpres -prĕtis (lat. pop. -pĕtris), di origine incerta]. – 1. a. Chi interpreta, cioè spiega, commenta, espone il senso delle parole dette o scritte da altri, il contenuto di un testo e sim., e più genericam. chi chiarisce o rivela il significato di cosa oscura, dubbia, non manifesta: non sono d’accordo con nessuno degli i. di questi versi; farsi i. ed espositore di una dottrina; il giudice dev’essere anzitutto un i. della legge; gli i. dei sogni, delle visioni; s’intende facilmente, senza bisogno d’interprete, a proposito d’un testo o discorso che sia chiaro, facilmente intelligibile. Con riferimento al modo di interpretare: un fedele i. di Dante; è un acuto i. del pensiero di Kant; sei stato un malizioso i. delle mie parole. b. ant. Traduttore: i settanta i. della Bibbia, i traduttori della Bibbia in greco. 2. a. Chi, conoscendo altra lingua oltre la propria, fa da intermediario nel colloquio fra persone tra loro straniere, traducendone i discorsi o gli scritti: dialogare, conferire per mezzo di un i.; servirsi di un i.; fare da i.; in partic., chi esercita abitualmente tale attività, per incarico ricevuto o per professione: fare l’i. in un’organizzazione internazionale; è i. in un grande albergo; fu imbarcato come i.; scuola per interpreti, o scuola d’interpretariato. Nei processi civili o penali, chi è nominato come traduttore intermediario quando deve essere sentita una persona che non conosce la lingua italiana o quando deve essere interpretato uno scritto in una lingua straniera o in un dialetto difficilmente comprensibile. I. simultaneo, chi, nei congressi e riunioni internazionali, di solito da una cabina collegata per mezzo di microfoni con l’oratore e per mezzo di cuffie con gli ascoltatori, traduce i discorsi man mano che vengono pronunciati. b. estens. Chi, di propria iniziativa o per incarico ricevuto, esprime a una persona i sentimenti di altri o ne manifesta la volontà: farsi o rendersi i. dei sentimenti, di un desiderio, delle intenzioni, della volontà comune; ti prego di essermi i. presso tuo padre della mia riconoscenza. Con sign. affine: Non ci mancò chi del commune ardore Interprete fra noi fosse sovente (Ariosto). 3. Attore teatrale, lirico, televisivo o cinematografico, in quanto interpreta una parte: gli i. della commedia, dell’opera, del film; e con riguardo al modo d’interpretare: fu un insuperabile i. del personaggio di Otello; in questo senso, anche riferito a esecuzioni strumentali: è un sensibilissimo i. di Beethoven, di Chopin. In usi enfatici, i. della canzone, cantante. 4. In informatica: a. Programma (detto anche programma interprete) che nei calcolatori elettronici digitali consente di tradurre le istruzioni dai linguaggi simbolici al linguaggio di macchina; a differenza del compilatore, che traduce tutto il programma prima di passare alla sua esecuzione, l’interprete lo traduce frase per frase con un’alternanza di traduzione ed esecuzione che consente al programma una maggiore flessibilità e libertà d’intervento, esplicandosi peraltro in una minore velocità. b. Altro nome della macchina interpretatrice di dati su schede perforate (v. interpretatore).