intitolare
v. tr. [dal lat. tardo intitulare, der. di titŭlus «titolo»] (io intìtolo, ecc.). – 1. Dare un titolo, distinguere con un titolo uno scritto, un’opera d’arte, ecc.: i. un libro, un trattato, una corrispondenza giornalistica, un brano musicale, una commedia, un quadro, un film, una trasmissione; compose un sonetto e lo intitolò «Ricordi»; ho già scritto il mio articolo, ma non so ancora come lo intitolerò. È com. soprattutto il part. pass., unito o no al verbo essere, e l’intr. pron. intitolarsi (avere per titolo): come è intitolata la versione italiana di questo film?; il quadro del Botticelli che s’intitola «La primavera»; la prima redazione dei «Promessi Sposi» s’intitolava (o era intitolata) «Fermo e Lucia»; la raccolta s’intitola dal primo racconto, cioè prende il titolo. 2. Dare un nome a una strada, a un istituto o edificio pubblico, ecc., dedicandoli a un personaggio o a un avvenimento: i. una piazza a Garibaldi, un viale ai Mille; il teatro fu intitolato a G. Verdi; si è deciso di i. la caserma «XXIV Maggio». In partic., dare il titolo a una chiesa dedicandola a un santo, a un mistero, ecc.: la basilica è intitolata alla Vergine, a s. Giovanni Battista, al Corpus Domini; con altra costruzione: la chiesa s’intitola da s. Anastasia o dal nome di s. Anastasia; anticam. con la prep. in: per li meriti del santo in cui intitolato era il monistero (Boccaccio). 3. non com. Dedicare un’opera a qualcuno: volle i. la sua prima opera alla memoria del maestro. 4. non com. Dare, conferire un titolo onorifico o nobiliare: lo intitolò conte, cavaliere; anche attribuire un titolo, e nel rifl. assumere un titolo, vero o falso, accompagnare con esso il proprio nome: si intitola conte ma non lo è. 5. ant. Chiamare, denominare, soprattutto nella forma dell’intr. pron. (chiamarsi, denominarsi): la virtù che s’intitola pazienza; chi si battezza savio s’intitola matto (ant. prov.). ◆ Part. pass. intitolato, frequente come agg.: l’ode del Parini intitolata «La caduta»; chiesa intitolata alla Ss. Trinità.