intonazione
intonazióne s. f. [der. di intonare1]. – 1. a. L’atto, l’operazione d’intonare uno strumento registrandolo, o registrando e accordando tra loro le varie parti (corde, canne, ecc.), nel giusto tono o nel tono desiderato. b. L’essere intonato (nel cantare o nel suonare): avere, non avere i.; esercizî per l’intonazione. c. Nella pratica dell’esecuzione, proprietà del suono emesso esattamente all’altezza dovuta: i. giusta; i. falsa o sbagliata; i. calante, crescente. d. Suono fondamentale secondo cui è intonato uno strumento o su cui si accordano gli strumenti di un complesso orchestrale: dare l’i. ai violini (mediante il corista o altro strumento accordato con questo). Anche la nota o le prime note, eseguite con uno strumento, quando esse indichino il tono in cui cantare un pezzo musicale. Nel canto liturgico cristiano, il termine indica l’inizio di un inno, di un salmo o di un’antifona intonato dal celebrante, che stabilisce così il tono d’esecuzione del brano musicale. Talora sinon. di tono: hai preso un’i. troppo alta. e. Breve introduzione a carattere strumentale, solitamente affidata all’organo, che precede l’esecuzione di un brano di musica sacra vocale o vocale-strumentale. 2. estens. a. Altezza e intensità del tono di voce nel discorso: parlare con i. acuta, grave, profonda; i. monotona; o l’inflessione particolare con cui il discorso si colorisce: i. oratoria, ispirata, drammatica, solenne; i. ironica; leggere, recitare variando le i. secondo le necessità del testo; fig. (con sign. affine a tono): l’i. lirica di un romanzo, o anche di un quadro e sim. b. Con accezione più partic., in linguistica, i. sillabica, la variazione dell’altezza di voce nell’articolazione degli elementi sonori di ogni sillaba (può avere, nelle diverse lingue, varie forme: piana, ascendente, discendente, o combinazioni di questi tipi); i. di frase, la modulazione del tono di voce nella pronuncia di una sequenza di parole, che forma la curva melodica della frase, sia in funzione significativa (ad es., in italiano, per dare tono interrogativo o esclamativo alla frase), sia in funzione espressiva (per esprimere sentimenti varî, di gioia, dolore, collera, ecc.), con varietà notevoli, dovute sia a fattori individuali, sia a fattori sociali di natura dialettale (la cosiddetta calata). 3. a. non com. Inizio di un canto, dell’esecuzione di una melodia o di un pezzo musicale in genere: i. di un inno, di un canto della montagna. Fig.: l’i. di un discorso, della predica. b. Frase iniziale di un salmo, o di una parte della messa (per es., nella messa cantata in latino, le parole Gloria in excelsis Deo; Credo in unum Deum), proposta dal solo sacerdote, cui seguirà il contesto nel canto dei cori. c. Forma cinquecentesca di componimento organistico, per lo più improvvisato, destinato alla chiesa, specialmente quale preludio al canto liturgico; fu anche autonomo, presentandosi alle stampe per proprio conto, come un ricercare, una toccata, o altra forma dell’epoca. 4. fig. a. Disposizione o accostamento armonico delle tinte, dei colori, e in generale l’atto, il fatto di adattare, armonizzare e sim. b. Nella fabbricazione della carta, l’operazione con cui si cerca di renderne perfettamente bianco il colore gialliccio (sinon. di azzurraggio). c. Nella tecnica fotografica, procedimento chimico (detto anche viraggio) con il quale una copia fotografica in bianco e nero viene trasformata in copia colorata a colore unico (seppia, rosso, verde, azzurro, ecc.), molto diffusa in passato come variante della copia in bianco e nero.