intridere
intrìdere v. tr. [der. del tema intri- del lat. intritus, part. pass. di interĕre «tritare, sminuzzare»; per il sign., cfr. il der. lat. (dei glossarî) intrire «versare»] (pass. rem. intriṡi, intridésti, ecc.; part. pass. intriṡo). – Imbevere di liquido una sostanza solida o polverulenta per ridurla in pasta: i. la farina; i. la crusca, per fare il pastone da dare ai polli; i. d’acqua il cemento, la malta, il gesso. Con sign. più generico, letter., imbevere, inzuppare di un liquido (i. il pane nel latte, nel vino), o bagnare immergendo: l’asta intrise Nel sangue d’una dea (Cesarotti); nell’alto lato [= nel profondo fianco] L’amaro ferro intride (Leopardi); impregnare: l’odore speciale della caserma, che intride l’aria le mura le brande (Cicognani). Anticam., anche imbrattare, insozzare.