introduzione
introduzióne s. f. [dal lat. introductio -onis]. – 1. a. L’azione d’introdurre, di mettere o portare dentro: i. di una sonda nell’esofago; il distributore automatico funziona con l’i. di una moneta nell’apposita fessura; i. di merci in città, di manufatti dall’estero; i. di sigarette di contrabbando. Nel codice penale: i. o abbandono di animali nel fondo altrui (per farli pascolare abusivamente); i. nello stato di monete falsificate; i. nello stato e commercio di prodotti industriali con marchi o segni distintivi contraffatti o alterati, ecc. Per estens., di cose prima ignote che si diffondono nell’uso o si instaurano: i. di costumi, di metodi nuovi; i. di importanti riforme; l’i. dell’allevamento del baco da seta in Europa avvenne intorno all’anno 550. b. Di persone, l’introdurre o l’essere introdotto in un luogo, l’ammettere o l’essere ammesso davanti a qualche personaggio, per lo più in forma solenne, e secondo un cerimoniale: l’i. di un ambasciatore a corte; l’i. dei pellegrini alla presenza del pontefice; lettera d’i., con cui si facilita l’accesso a un personaggio, a un alto funzionario, ecc. In senso più ampio, presentazione in un ambiente che si continuerà a frequentare: i. in una famiglia, i. in società. Meno com. con sign. intr., l’introdursi in un luogo, l’entrarvi furtivamente o abusivamente: i. clandestina in luoghi militari, reato contemplato dal codice penale. 2. a. Avviamento, guida all’apprendimento, alla conoscenza, alla pratica di qualche cosa, preparazione allo studio di una disciplina: lezioni d’i. al corso; l’analisi logica intesa come i. allo studio del latino; i. alla filosofia, alla critica filologica; i. alla vita ascetica. Con questo sign., è spesso titolo o sottotitolo di libri che espongono i principî, gli elementi essenziali di una disciplina, o servono comunque di preparazione, di guida. b. Discorso, narrazione, parole d’orientamento che si stampano in testa a un libro (è sempre scritta dall’autore, a differenza della prefazione che può essere anche dettata dall’editore, da chi cura l’edizione dell’opera, o da altri): scrivere l’i.; l’opera ha una lunga i.; l’i. del «Decameron», l’i. dei «Promessi Sposi». Analogam., i. di un discorso, di una relazione, di un saggio, di un compito d’italiano, e sim., la parte iniziale della trattazione, che ha di solito lo scopo di presentare l’argomento e di avviarne lo svolgimento: premettere poche parole d’introduzione. c. Nella messa, riti di introduzione, le parti iniziali, che precedono la liturgia della parola, e comprendono il saluto ai fedeli, l’atto penitenziale, il Gloria, e l’orazione conclusiva (o colletta). 3. Nella terminologia musicale, qualunque brano di musica che preluda a un componimento risolvendosi direttamente in esso, senza una propria architettura autonoma (che è invece propria della ouverture e della maggior parte dei preludî); può quindi designare: un periodo, o complesso di periodi, preposto all’esposizione tematica di un pezzo, e concepito in modo da far risaltare l’incisiva figura dei temi che seguiranno; nella tradizione operistica italiana, la prima scena dell’opera, seguente alla sinfonia; un pezzo strumentale che prelude all’opera, quando non abbia una propria forma conclusa (come l’ouverture), ma innesti il suo discorso direttamente entro la prima scena. 4. Nelle motrici alternative a vapore, grado di i. (o di ammissione), il rapporto tra la parte della corsa dello stantuffo durante la quale restano aperti gli organi di ammissione e la corsa totale; è generalmente variabile e aumenta con la potenza richiesta alla motrice, da 0,1 a 0,5 e anche oltre. ◆ Dim. introduzioncina, introduzioncèlla (nei sign. concr. della parola, e in partic. della introduzione di un libro).