intromettere
introméttere v. tr. [dal lat. intromittĕre, comp. di intro- e mittĕre «mandare»] (coniug. come mettere). – Raro o ant. l’uso trans., come sinon. di introdurre, riferito a cosa (in senso materiale) oppure a persona (nell’accezione di far entrare, ammettere alla presenza di qualcuno); o nel
sign. di inserire, frapporre e, nell’intr. pron., di interporsi, frapporsi, intervenire di un fatto: cosa non sarà che s’intrometta Da poterti turbar questo pensiero (Ariosto). Comune invece il rifl. intromettersi, entrare in mezzo fra due o più persone (sia a fin di bene, sia per creare ostacoli, per brigare, ecc.) o ingerirsi in qualche cosa: intromettersi fra due contendenti; intromettersi per sanare un dissidio, per mandare a monte un disegno; quando s’intromette lui, guasta tutto; intromettersi nelle faccende altrui (anticam., in questo senso e in quello più generico di occuparsi di qualche cosa, anche con la prep. di seguita da un nome o da un infinito).