invano
(non com. 'in vano') avv. [lat. tardo in vanum (dall’agg. vanus «vano, vuoto, inutile»), diffuso soprattutto attraverso il primo comandamento: Non assumes nomen Domini Dei tui in vanum (Esodo XX, 7), tradotto correntemente in ital. «non nominare il nome di Dio invano», ma che originariamente significa «non chiamare Dio a testimonio per cose vane, futili o false»]. – Lo stesso che inutilmente, ma si dice soprattutto di azione che non riesce al fine voluto, che non dà nessun risultato positivo, e quindi priva di effetto, senza profitto: lottare, affaticarsi, tentare, sperare i.; i. lo pregò e scongiurò, non ottenne nulla. Con funzione aggettivale (ma sempre invar.), essere i., riuscire inutile, non avere effetto: mise in opera ogni mezzo per convincerlo, ma tutto fu i.; Che se la strada lor non fosse torta, Molta virtù nel ciel sarebbe in vano (Dante), se il cerchio zodiacale non fosse obliquo, rispetto all’equatore, andrebbe perduta gran parte dei benefici influssi che il Sole e i pianeti esercitano sulla Terra. Con uso e sign. simile, le locuz., ormai poco com., riuscire e tornare invano.