invariante
agg. e s. m. [comp. di in-2 e variante, part. pres. di variare]. – 1. agg. Propr., che non varia, che rimane invariato. Nel linguaggio scient., detto di ente o grandezza o proprietà e anche di espressione matematica, o di espressione indicante un legame tra grandezze, che non muti operando particolari cambiamenti di variabili o trasformazioni; in partic., in chimica fisica, di sistema eterogeneo quando non è possibile variare nessuno dei fattori che regolano l’equilibrio del sistema senza alterare il numero delle fasi presenti. 2. s. m. a. Ente, grandezza, espressione o anche relazione invarianti, non soggetti cioè a variazione. b. In linguistica, e soprattutto in un sistema linguistico considerato in sincronia, ogni elemento (fonematico, lessematico, semantico) che rimane costante in opposizione alle varianti con cui in determinate condizioni si può presentare; per es., il significato fondamentale del verbo andare è un invariante rispetto alle varie possibilità concrete cui si può riferire (andare a piedi o con un mezzo di locomozione, muovendosi lentamente o velocemente, ecc.).