invenzione
invenzióne s. f. [dal lat. inventio -onis «atto del trovare; capacità inventiva», der. di invenire «trovare», part. pass. inventus]. – 1. L’azione d’inventare e, concr., la cosa stessa inventata. In partic.: a. Ideazione, creazione o introduzione di oggetti, prodotti o strumenti nuovi, o anche soltanto di un metodo di produzione materiale o intellettuale, e in genere di quanto può rendere più facile il lavoro, determinare attività nuove, contribuire al progresso della conoscenza e delle abilità tecniche; a differenza della scoperta, che riguarda il ritrovamento o l’individuazione di cose, realtà, relazioni sconosciute ma già esistenti, l’invenzione è per lo più legata allo studio, alla sperimentazione, alla ricerca empirica o scientifica: l’i. della bussola, della stampa, del telescopio, della macchina a vapore, della radio; fare, sfruttare, perfezionare un’i.; i. fortunata, di grande avvenire, d’immensa portata, d’imprevedibili conseguenze; brevetto d’i., attestato che l’autorità competente rilascia all’autore di un’invenzione, con diritti esclusivi per un certo numero d’anni. Con sign. concreto, strumento, macchina, sistema recentemente inventato: mostrare, illustrare, ammirare, o modificare, perfezionare un’invenzione. Con accezione più specifica, il primo modello di qualsiasi oggetto che potrà poi essere riprodotto o imitato. b. Più genericam., ideazione, combinazione di cose nuove: un ballo, un gioco di recente i.; le i. della moda; è un liquore di mia i.; i. mostruosa, diabolica, un’i. del demonio, riferito a tutto ciò che si ritiene dannoso, pericoloso o anche immorale. 2. a. In senso più astratto, l’atto di concepire e ideare con l’immaginazione: i. di una burla, d’uno scherzo; soprattutto di cose che non hanno rispondenza nella realtà o sono intenzionalmente false: i. di notizie, di calunnie, di bugie, di fandonie. La cosa stessa ideata; trovata, espediente, stratagemma: le i. di Ulisse; se ne viene ogni tanto fuori con una sua i.; più spesso, notizia infondata, affermazione falsa: è una mera i., un’i. spudorata; le i. dei maligni; sono tutte i. per danneggiarmi; queste non sono bugie, sono spiritose i. (Goldoni: è una frase pronunciata dal protagonista della commedia Il bugiardo, e rimasta famosa). b. Atto creativo della fantasia, con cui l’artista trae da sé stesso, astraendo dalla realtà o interpretandola idealmente, materia all’opera d’arte: l’i. di un personaggio, di una situazione, di un episodio favoloso; e con uso assol.: un romanzo povero d’invenzione; un quadro ammirevole per l’i. più che per la qualità del disegno; analogam., in musica, il concepimento dell’idea musicale. In senso ampio, opere d’invenzione, tutte le opere di fantasia, quali sono, per es., le opere narrative o drammatiche o musicali, e nelle arti figurative quelle che non sono riproduzione di modelli reali. c. La capacità stessa, in un artista, d’inventare: forza, potenza d’i.; scrittore, artista, musicista ricco d’i., scarso d’invenzione. d. Con sign. concr., ciò che da un artista è stato immaginato: i. poetiche; le bizzarre i. ariostesche. e. In musica, termine usato dal sec. 16° per denominare brani con caratteri stilistici nuovi o che non rientravano in categorie formali esattamente prefissate; tale genere di composizione, diffusosi nel periodo barocco soprattutto nell’ambito della musica violinistica italiana, acquistò nella Germania del sec. 18° un carattere più preciso, grazie a un andamento contrappuntistico a due o tre voci spiccatamente imitativo, di cui si hanno esempî nelle invenzioni a 2 e 3 voci di J. S. Bach. In seguito il termine è stato utilizzato, indipendentemente da una precisa connotazione stilistica o formale, nei titoli di alcuni lavori di compositori del 20° secolo (come Berg, Malipiero e Petrassi). 3. In senso etimologico: a. Nel linguaggio giur., il ritrovamento di un tesoro nascosto o il rinvenimento di un oggetto smarrito, come modo di acquisto originario della proprietà. b. Nel linguaggio eccles., il ritrovamento di una reliquia: l’i. del corpo di un santo; l’i. della Croce. Al plur., invenzioni (per lo più nella forma lat. inventiones), nella terminologia agiografica, le scritture che danno notizie del ritrovamento delle reliquie dei santi. c. Nella retorica classica, la ricerca degli argomenti e delle idee da esporre in un discorso o in genere in uno scritto, considerata come uno dei tre momenti della composizione (gli altri due sono l’esposizione e l’elocuzione); anche, la parte della retorica relativa alla scelta degli argomenti da parte dell’oratore. Analogam., nella filosofia scolastica, il processo di scoperta delle idee. Nell’uno e nell’altro sign. è più usata la forma lat. inventio. ◆ Dim. 'invenzioncèlla, invenzioncina'.