invidiare
v. tr. [der. di invidia1] (io invìdio, ecc.). – 1. a. Provare un sentimento d’invidia verso qualcuno o verso il bene ch’egli possiede; si usa con varie costruzioni: molti lo invidiano per la sua fortuna, o molti gli invidiano la fortuna che ha, o molti invidiano la sua fortuna; con prop. oggettiva: Né che alcuno a te doni, anco a man piene, T’invidio io punto (Pindemonte). Con uso intr. e assol., avere, portare invidia: Non vo’ però ch’a’ tuoi vicini invidie, Poscia che s’infutura la tua vita ... (Dante). Prov., è meglio essere invidiati che compatiti. b. Con sign. attenuato, desiderare un bene simile a quello che altri godono, senza tuttavia rattristarsene astiosamente: invidio la tua calma, il tuo buon umore, il tuo ottimo appetito; ha un posto, un grado, una casa, una famiglia che molti gl’invidiano, che molti vorrebbero avere; invidio quelli che con questo caldo possono godersi la montagna; invidio le persone che fino a un quarto d’ora prima che parta il loro treno se ne stanno ancora a casa, senz’ansia, a decidere se è il caso di portarsi l’accappatoio o no (Francesco Piccolo). Con la negazione: Pasco la mente d’un sì nobil cibo Ch’ambrosia e nettar non invidio a Giove (Petrarca); spesso per esprimere noncuranza, o anche biasimo, disprezzo per cosa che apparentemente sia meritevole d’invidia: non gl’invidio certo le sue ricchezze, perché male acquistate o perché la sorte gli toglie la possibilità di godersele, e sim. In partic., non aver nulla da i. a nessuno, essere soddisfatto della propria condizione, non doversi ritenere inferiore (o meno dotato, meno fortunato, ecc.) rispetto ad altri; anche determinando: ho anch’io un buon lavoro, e non ho nulla da invidiargli; riferito a cosa, in quanto si ritenga pari o anche superiore ad altre con cui si confronti: è un prodotto nuovo che non ha nulla da i. agli altri attualmente in commercio. 2. letter. Impedire, contrastare: Non invidiate che su ’l patrio suolo ... Raccolga i figli suoi la madre antica (Carducci). Più com., i. una cosa a qualcuno, togliergliela o non concedergliela: Chiudesti i lumi, Armida; il Cielo avaro Invidïò il conforto ai tuoi martìri (T. Tasso); con sign. analogo, anche i. a sé stesso: Ma perché pria del tempo a sé il mortale Invidierà l’illusïon che spento Pur lo sofferma al limitar di Dite? (Foscolo).