invito2
invito2 s. m. [der. di invitare1]. – 1. a. L’atto d’invitare una persona, di chiederle cioè d’essere nostro ospite o commensale, di venire con noi in qualche luogo, di prendere parte con noi a un divertimento, d’intervenire a una riunione, e sim.: i. a pranzo, a cena, a teatro, a un ballo, a una serata in casa d’amici, a trascorrere qualche giorno al mare; i. a una festa, a una cerimonia, a una conferenza; i. cordiale, sincero, affettuoso; fare, ricevere un i. a voce, per telefono; mandare un biglietto d’i.; accettare, gradire, o declinare, rifiutare, respingere un i.; rispondere a un i.; ringraziare dell’i.; scordarsi di un i. (di essere cioè stato invitato); mancare all’invito. Ant., tenere l’i., accettarlo: aveva dubitato che essi non avesser tenuto lo ’nvito se, quando gli trovò, invitati gli avesse (Boccaccio); D’un ostier paesan lo ’nvito tenne, Che lo pregò che rimanesse seco (Ariosto). In senso concr., il biglietto d’invito, e in genere qualsiasi cartoncino o foglio, scritto o stampato, che contiene un invito: preparare, spedire gli i.; si entra solo con i.; gli i. per la cerimonia si ritirano in segreteria; i. sacro, manifesto, per lo più affisso alle porte delle chiese, con cui s’invitano i fedeli alle sacre funzioni. b. letter., ant. Brindisi (in quanto è un invito a bere): E celebrar con lieti i. i prandi (T. Tasso). 2. In relazione agli altri sign. del verbo: a. Richiesta di fare o dire qualche cosa: i. a presentarsi in un ufficio, a ritirare un pacco, a dare le prove di quanto si afferma; aderire all’invito. Talora anche ordine o ingiunzione rivolti in tono, almeno formalmente, cortese: i. a esibire i documenti; i. a sciogliere un assembramento; i. a tacere; i. in questura; ubbidire, rifiutarsi di ubbidire all’invito. b. Esortazione, stimolo, incitamento: ebbe ripetuti i. a correggersi; essere sordo agli i. della coscienza. c. Richiamo, allettamento: non resistere all’i. della bella giornata, della buona cucina, d’un bicchierino di liquore. d. Sfida, proposta di un incontro agonistico o di una partita di gioco: i. a battersi; un i. a scopone; accogliere, accettare l’invito. Nel poker e in altri giochi di carte, la posta stabilita in ciascun giro dal giocatore che apre il gioco: due cip d’ i.; l’i. è di un euro. 3. Nel linguaggio sport.: a. Atteggiamento particolare assunto dallo schermidore, quando toglie il ferro dalla linea, scoprendo un bersaglio all’avversario: i. di prima, di seconda, ecc. b. Nel pugilato, movimento con cui uno dei competitori, lasciando intenzionalmente scoperta una parte, induce l’avversario a lanciare un determinato colpo, ch’egli è preparato a neutralizzare, per poterlo colpire d’incontro. 4. Nella caccia, tesa all’i., ogni dispositivo predisposto da cacciatori o uccellatori per indurre la selvaggina a incappare in reti o trappole e a farsi comunque catturare ed uccidere. Nelle tese con la tagliola, ostacolo all’i., quello generalmente costituito da un tronco d’albero che sbarra un sentiero di fronte a una tagliola ben dissimulata; il mammifero predatore che percorre il sentiero, giunto di fronte al tronco, lo salta cadendo nella tagliola. 5. Qualsiasi accorgimento o artificio costruttivo atto a facilitare l’avvio o l’ingresso; per es., in una scala, il primo gradino, o la serie dei primi gradini, che sporge dagli altri e dalla ringhiera, costituendo quasi un invito a salire; nella viabilità stradale, l’imbocco di un passaggio, di un passo carrabile o anche di una via perpendicolare all’asse della strada principale, che si presenti svasato in modo da facilitare la svolta e l’ingresso di veicoli. 6. Nelle costruzioni meccaniche, la graduale diminuzione di spessore di un organo di accoppiamento (per es., una vite) e il corrispondente allargamento (detto anche invasatura) del foro nel quale esso va introdotto, destinati a facilitare l’accoppiamento stesso. Analogam., in un tubo, in una conduttura, e sim., tratto terminale a sezione più ampia, fatto in modo da consentire l’accoppiamento con tronchi successivi.