iperdemocratico
(iper-democratico), agg. Che esaspera l’applicazione dei princìpi democratici. ◆ Oslo servirà a mettere le carte sul tavolo e fissare un calendario. […] Ma la presenza del «circo della Casa Bianca», con limousine corazzate, elicotteri, guardie del corpo, centinaia di persone al seguito, ha sconvolto le tranquille abitudini di questa piccola, placida monarchia iperdemocratica, dove si può incontrare il re a passeggio senza scorta o il primo ministro in coda per gli hot-dog allo stadio. (Enrico Franceschini, Repubblica, 2 novembre 1999, p. 10, Politica estera) • Il linguaggio di [René] Char è spesso oracolare; germina da un codice del tutto personale; occorre, per accostarlo, una consuetudine, cioè il contrario dell’incontro casuale. […] Viviamo in una società iper-democratica, di cui un linguaggio come quello di Char è l’antitesi. (Franco Cordelli, Corriere della sera, 5 agosto 2007, p. 43, Commenti) • Il socialismo […] ha lavorato sulle forme dell’uguaglianza senza sufficientemente pensare la differenza, oscurando così la ricchezza delle relazioni che le individualità comportano. Quindi occorre recuperare una capacità di conoscere come si formano le nuove soggettività per riuscire a formulare una critica radicale ai moderni sistemi di «governance» iperdemocratica, recuperando, attraverso la non violenza, il primato della politica. (Bianca M. Pomeranzi, Liberazione, 22 gennaio 2008, p. 5, Cultura).
Derivato dall’agg. democratico con l’aggiunta del prefisso iper-.
Già attestato nella Repubblica del 21 gennaio 1989, p. 30, Cultura (Natalia Aspesi).