iperpolitico
(iper-politico), agg. Che dà uno spazio eccessivo alla politica e ai suoi metodi. ◆ un po’ per l’angoscia, un po’ per prevenire l’azione della maggioranza che «vuole farmi fuori», un po’ perché ritiene alquanto deboli alcuni candidati del Polo per le regionali e dunque vuole tenere alto e iper-politico lo scontro con la maggioranza in vista delle elezioni, [Silvio] Berlusconi spara alzo zero. (Paola Di Caro, Corriere della sera, 9 febbraio 2000, p. 3, In primo piano) • «Come possono i cattolici, pur nel rispetto della libertà di convinzioni, votare una legge oscurantista come questa?», sbotta Gavino Angius, capogruppo Ds. Che poi precisa: «Non è comunque in corso una battaglia né iperpolitica né iperfideista». (Giovanna Casadio, Repubblica, 5 dicembre 2003, p. 4, Cronaca) • Il nuovo [Romano] Prodi insomma non lascia dubbi sulla sua nuova identità: il bonario, fiducioso e furbo funzionario dello Stato divenuto leader nel 1996 è oggi un leader iperpolitico che presta moltissima attenzione soprattutto agli equilibri della coalizione. (Lucia Annunziata, Stampa, 29 gennaio 2007, p. 8, Interno).
Derivato dall’agg. politico con l’aggiunta del prefisso iper-.
Già attestato nella Repubblica del 13 aprile 1988, p. 4 (Giuseppe D’Avanzo).