ippomontato
p. pass. e s. m. e agg. Chi o che è in sella a un cavallo, chi compie il proprio servizio a cavallo. ◆ E siamo a due. La pattuglia dei carabinieri a cavallo nel giro di quattro giorni è arrivata a due arresti. Meglio di una pattuglia di quartiere, visto che gli «ippomontati» appartengono al Nucleo Radiomobile dei Carabinieri, gente operativa, abituata a correre, ad arrestare. (Libero, 11 luglio 2004, p. 32, Milano) • Paolo Roversi, in un’altra lettera, ricorda: «Tre anni fa un questore aveva annunciato l’insediamento al Valentino di un commissariato “ippomontato”. Il sindaco aveva promesso di mettere a disposizione i locali per le scuderie in via Virgilio. Il questore è stato trasferito a Roma, e si è evidentemente scordato quell’impegno, mentre il sindaco non ha probabilmente sollecitato il nuovo questore a mantenere le promesse di chi l’aveva preceduto. Insomma, non è successo niente». (Angelo Conti e Giacomo Bramardo, Stampa, 9 agosto 2005, p. 43, Cronaca di Torino) • Cavalli polacchi, ungheresi o italiani che devono rispondere a due caratteristiche precise: aspetto imponente e carattere tranquillo e che vengono accuditi, strigliati e foraggiati dai loro cavalieri con l’aiuto di pochi dipendenti «civili» del Ministero. Alcuni agenti fungono addirittura da maniscalchi. A coppie, sempre su animali dello stesso colore, i poliziotti «ippomontati» (si dice così) presidiano i parchi cittadini, con particolare attenzione a Villa Borghese, controllano la pineta di Ostia, vigilano, assieme ai cavalieri della Forestale, sugli incendi estivi ma vengono spessissimo richiamati per maxioperazioni dei commissariati (Massimo Lugli, Repubblica, 25 giugno 2006, Roma, p. IX).
Composto dal confisso ippo- aggiunto al p. pass. montato.
Già attestato nella Stampa del 30 gennaio 1994, p. 37, Cronaca di Torino (G[iovanna] Fav[ro]).