isolitudine
s. f. Condizione esistenziale di appartenenza e di isolamento propria di chi è nato in un’isola. ◆ Sulla difficoltà di essere siciliani, donde la sicilitudine, la isolitudine, la insularità d’animo ecc., si sono molto soffermati i nostri scrittori più famosi e più amati, Sciascia, Lampedusa, Bufalino e tanti altri ancora. Buca la fantasia dire che essere siciliani è difficile. (Francesco Renda, Repubblica, 10 dicembre 2000, Palermo, p. I) • Per non dire […] del viaggio di un piccolo manipolo di deputati regionali dell’Ars per trovare una risposta a uno dei misteri che angosciano i siciliani: cos’è l’«isolitudine»? Per capirlo fino in fondo, andarono in Polinesia. Da dove mandarono una cartolina: «Baci. Bora-Bora beddissima è». (Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 10 settembre 2006, p. 1, Prima pagina) • Il poeta cubano Guillermo Cabrera Infante – recentemente scomparso a Londra – ha coniato un neologismo, cioè isolitudine, che esprime bene una condizione di attaccamento e isolamento tipico dei sardi, dei siciliani, dei cubani, degli inglesi, dei corsi e degli abitanti di tutte le altre isole. (Giovanni Mameli, Unione Sarda, 9 febbraio 2008, p. 33, Il Sabato).
Composto dai s. f. isol(a) e (sol)itudine.
Già attestato nel Corriere della sera del 16 giugno 1996, p. 21, Commenti (Gian Antonio Stella).