j, J
(i lungo, raro iòd, ant. iòta) s. f. o m. – Segno alfabetico, che non costituisce una lettera a sé dell’alfabeto latino o italiano, ma è una variante grafica della i, introdotta nella scrittura latina medievale come forma allungata in basso di i, I: la minuscola come variante di i dopo altre lettere con aste verticali (i, m, n, u) e spec. in fine di parola o di numero (iudicij, xiij), la maiuscola come variante di I in posizione iniziale. Soltanto dal sec. 16° j fu adottato per indicare la funzione consonantica o semiconsonantica; e mentre in altre lingue indicò e indica suoni nettamente differenziati da i, e cioè ‹ˇ∫〉 in francese, ‹ǧ› in inglese, ‹kħ› in spagnolo, ecc., l’italiano lo adoperò con due funzioni diverse: tra vocali, o all’inizio di parola davanti ad altra vocale, per indicare il valore semiconsonantico della i (per es. jeri, pajo), rappresentato peraltro dalla semplice i in ogni altra posizione (per es. fiore, coppia); in fine di parola, come terminazione del plurale dei nomi in -io atono (per es. beccaj, varj: residuo evidente della più antica grafia, ital. e lat., varij), non per indicare un suono diverso dalla comune i vocale, ma solo per evitare ipotetiche confusioni con altre parole (per es. beccai pass. rem. di beccare, vari plur. di varo). Tanto nella prima quanto nella seconda funzione, l’uso dello j in parole italiane è quasi interamente scomparso tra la seconda metà del sec. 19° e la prima del 20°; è tuttora conservato ufficialmente nella scrittura di un certo numero di cognomi (per es. Jaja, Ojetti, Pistoj, tali essendo le forme registrate dagli uffici anagrafici) e di nomi proprî in genere (per es. Ajaccio, l’Aja), mentre si hanno oscillazioni, con preferenze personali e senza criterio fisso, per la semiconsonante iniziale di nomi proprî quali Jacopo, Jonio, o comuni quali junior, juta (rari ormai o quasi scomparsi jettatura, jodio). Nel presente Vocabolario il segno j, J è adoperato soltanto in parole straniere, o adattamenti parziali di voci straniere, e per l’ordinamento alfabetico ha una propria collocazione dopo la i, sia come iniziale sia nell’interno di parola; sicché, per es., à jour e ajowan si trovano inseriti tra aizzatore e akaina. Usi più comuni di j, J come abbreviazione e simbolo: nella forma maiuscola puntata, è abbreviazione di nomi di persona che cominciano e si scrivono (o si possono scrivere) con J, come Jacopo; senza punto, J maiuscola è simbolo in fisica del joule, e anche dell’equivalente meccanico della caloria (indicato però talvolta con la lettera A); nelle carte da gioco francesi, J è abbrev. del nome ingl. Jack «Giovanni» corrispondente al fante delle carte italiane (v. jack1, n. 1). Nel codice alfabetico internazionale, la lettera j viene convenzionalmente identificata dalla parola Juliett ‹ǧùliet› (alteraz. del nome proprio ingl. Juliet).