juancarlismo
s. m. Il favore e la considerazione dei quali gode Juan Carlos di Borbone, proclamato re di Spagna il 22 novembre 1975. ◆ Negli ultimi anni, un certo revisionismo di destra aveva riletto in parte il ruolo di Juan Carlos […] Il juancarlismo non ha mai risentito di questi attacchi, però. E la popolarità del re, coccolato dalla stampa rosa che narra spesso le sue scorribande in moto per le vie di Madrid e non cita mai le schiere di presunte amanti, rispettato dalla stampa seria che apprezza la «repubblica monarchica» assicurata dopo [Francisco] Franco, questa popolarità è salita ancora di più quando la famiglia reale è accorsa giovedì tra i feriti che gridavano: «Fate qualcosa contro quei bastardi! Almeno voi fate qualcosa!». (Francesco Battistini, Corriere della sera, 18 marzo 2004, p. 9, Esteri) • Contro tutte le avversità e nonostante l'aperta ostilità dei settori più accanitamente antifranchisti, il re, nato nell'esilio romano il 5 gennaio del 1938, ma cresciuto in Spagna, si è progressivamente incastrato nella nuova impalcatura democratica. Il suo stile schietto e la sua simpatia hanno conquistato il popolo, che ha abbracciato una sorta di «juancarlismo» militante, rafforzato dalla difesa dell'ordine costituzionale compiuta dal sovrano durante il tentativo di golpe del 23 febbraio del 1981. Ventinove anni dopo, l'istituzione sembra consolidata, fino al punto di offrire un futuro certo di continuità all'erede al trono, Felipe di Borbone e Grecia. (Lola Galán, trad. di Fabio Galimberti, Repubblica, 15 maggio 2004, p. 26, Cronaca) • Ci eravamo tanto amati, anche il juancarlismo vacilla e gli spagnoli iniziano a mostrare più di un segnale di insofferenza verso un'istituzione considerata anacronistica, molto costosa, ancorata ad antichi privilegi, ancora intoccabile. Pronta per la pensione. L'ultima scossa l'ha data una vignetta apparsa sul settimanale satirico «El Jueves». (Maria Corbi, Stampa, 28 luglio 2007, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal nome proprio Juan Carlos con l’aggiunta del suffisso -ismo.