kibbutzistico
agg. Relativo ai kibbutz, agli insediamenti agricoli collettivi. ◆ Dopo la creazione dello stato d’Israele, i kibbutzim attraversano un periodo di espansione sociale ed economica, creano il miracolo della agricoltura israeliana, che una volta coperte le necessità del mercato interno, si lancia all’esportazione di prodotti e tecniche. È il movimento kibbutzistico che scopre i pompelmi e li impone all’Europa. (Israel De Benedetti, Repubblica, 3 aprile 2004, p. 36, Cultura) • L’aumento delle entrate porta ad un salto nel tenore di vita: le case diventano più grandi, arrivano telefono e televisore e poi anche le auto (di proprietà del kibbutz ma ad uso dei singoli). Alla crisi ideologica strisciante si somma la crisi economica della metà degli anni Ottanta. L’inflazione raggiunge il 400 per cento e determina enormi debiti per il movimento kibbutzistico. Per salvare questa istituzione dalla bancarotta deve intervenire il governo che impone agli istituti di credito più esposti una moratoria. Nessun kibbutz fallisce ma il trauma è enorme. (Gian Luca Mazzini, Avvenire, 15 giugno 2008, p. 18, Agorà).
Derivato dal s. m. inv. kibbutz, di origine ebr., con l’aggiunta del suffisso -istico.