kidult
(kid-ult), s. m. Bambino adulto; bambino educato a vivere da adulto; adulto che non vuole assumersi fino in fondo le proprie responsabilità. ◆ E questo Natale consacrerà definitivamente la generazione «adultescent» (o anche kidult) che dal 2001 compare come parola nel «Concise Oxford Dictionary»: «persone di mezz’età che hanno gusti, interessi, attività tipiche della cultura giovane». (Antonella Amapane e Maria Corbi, Stampa, 19 dicembre 2003, p. 12, Cronache Italiane) • Addio tamagochi: per bambini dai gusti sempre più esigenti e adulti che lasciano emergere il lato fanciullesco è in corso l’ultima invasione di giochi giapponesi. Sono pupazzetti snodabili dalle sembianze più strane – animaletti, personaggi famosi, nanetti simili ad extraterrestri, rapper – studiati per i «kid-ults». Kid-ults è il titolo di un libro che scala le classifiche in questi giorni, ma è soprattutto il neologismo che fonde kid (bambino) e adult: definendo persone di età media che conservano atteggiamenti di gioco. Sfruttano la scia di questa nuova tendenza stilisti e produttori di giocattoli. (Doriana Torriero, Corriere della sera, 23 gennaio 2005, p. 54, Tempo libero) • Approccio realista, corroborato da iniezioni di autobiografismo, consentono al nostro scrittore [Livio Romano] di minimizzare i rischi di stereotipia insiti nella tipologia del protagonista: il trentenne italiano di oggi, convenzionalmente un «kidult» (neologismo americano che fonde «kid» con «adult»…) galleggiante sul vuoto generazionale, tra precariato lavorativo ed esistenziale e una adolescenza protratta sino alla mezza età in casa dei genitori. (Enzo Mansueto, Corriere del Mezzogiorno, 20 febbraio 2007, p. 12, Cultura).
Dall’ingl. kidult, a sua volta composto dai s. kid (‘bambino’) e (ad)ult (‘adulto’).
Già attestato nella Repubblica del 22 aprile 1999, p. 28, Cronaca (A. T.).
V. anche adultescente.