killer seriale
loc. s.le m. e f. Pluriomicida che agisce sempre con le stesse modalità, compiendo crimini spinto da pulsioni psicopatologiche. ◆ definirli killer seriali non aiuta; le Br sono la deriva violenta di un’iniziativa politica superideologica che sostituisce le piazze al voto democratico, che considera il proprio avversario un nemico, soprattutto un simbolo da colpire. (Marco Barbone, Giornale, 27 marzo 2002, p. 6, Il fatto) • Fin dal titolo appare chiaro che il film «Monster» non si limiterà a parlare di Aileen come di un mostro. Pur non cercandole giustificazioni, la [Patty] Jenkins evoca l’orrenda saga della killer seriale come un episodio dell’eterna guerra fra uomini e donne. (Tullio Kezich, Corriere della sera, 1° maggio 2004, p. 32, Spettacoli) • Il sito è frequentato da persone di ogni età e nella home page c’è un elenco dei casi più seguiti, ma anche un link a una cartina: una bandierina segnala ogni delitto, verde se è stato risolto, rossa se non c’è ancora un colpevole. «Così è possibile individuare killer seriali e vedere se ci possono essere collegamenti fra i casi – spiega lo psicologo [Vincenzo Ciccone] –. Nel forum intervengono persone dal livello culturale molto elevato. Sono pochi quelli che propongono tesi campate in aria, e chi lo fa viene espulso». (Francesco Moscatelli, Stampa, 12 febbraio 2008, p. 20, Cronache Italiane).
Composto dal s. m. e f. inv. killer (‘uccisore, assassino’), di origine ingl., e dall’agg. seriale; parziale adattamento dell’espressione ingl. serial killer; v. killer.
Già attestato nella Repubblica del 18 febbraio 1992, p. 19, Cronaca (Piero Colaprico).