killerare
v. tr. Assassinare; in senso figurato, privare della ragion d’essere, svuotare di significato e di valore. ◆ [Leo] Valiani fu totalmente d’accordo sull’ineluttabilità. Ma non di quella di Piazzale Loreto, di cui continua ad avere lo stesso orrore che ne ebbe il suo compagno di partito e presidente del Clnai [Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia], Ferruccio Parri, il quale lo definì «spettacolo di bassa macelleria messicana». Io dubito che Valiani sappia, cioè che abbia voluto sapere chi fu il killer e come «killerò». (Indro Montanelli, Corriere della sera, 19 febbraio 1999, p. 41, Opinioni) • Anche la magistratura viene come al solito attaccata dai ducetti emergenti, il no al referendum il 13 maggio pronunciato dalle Corti di appello di Brescia e di Trento «segna – dice [Roberto] Formigoni – il compiersi del disegno del governo della sinistra che ha killerato la volontà popolare». (Giorgio Bocca, Repubblica, 20 aprile 2001, p. 1, Prima pagina) • «Considero gravissimo il fatto che il 5 per mille sia stato killerato con la legge Finanziaria – ha detto l’ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti –. Era il principio per avviare il disegno di uno Stato sociale nuovo, aggiuntivo di quello esistente». (Stampa, 5 ottobre 2006, p. 6, Economia).
Derivato dal s. m. e f. inv. killer (‘uccisore, assassino’), di origine ingl., con l’aggiunta del suffisso -are1.
Già attestato nella Stampa del 12 marzo 1994, p. 17, Società e Cultura (Guido Ceronetti).