labbro
(ant. e poet. labro) s. m. [lat. labrum, per lo più al plur.] (pl. le labbra, femm., nel sign. anatomico; labbri, masch., nei sign. analogici). – 1. a. Ciascuna delle due pieghe muscolo-membranose, mobili, che nell’uomo e negli altri mammiferi costituiscono la parete anteriore della bocca ricoprendo le due arcate dentarie, con la principale funzione di aprire e chiudere la rima orale, facilitando così il movimento respiratorio, e consentendo la presa del cibo e delle bevande e, nell’uomo, l’articolazione dei suoni del linguaggio. Con partic. riferimento all’uomo: labbra sottili, grosse, sporgenti, tumide, carnose, pallide, rosse; poet., labbra di corallo; avere il l. cascante, penzolante (s’intende quello inferiore); l. leporino, malformazione congenita consistente in una divisione più o meno accentuata del labbro superiore (v. cheiloschisi); labbra di tapiro, particolare conformazione delle labbra (bocca semiaperta, labbro inferiore abbassato, superiore sporgente) che si osserva in alcune miopatie; aprire, chiudere, stringere, serrare le l.; inumidirsi, bagnarsi le l.; leccarsi le l., anche in senso fig., per indicare la squisitezza di un cibo o di una bevanda: un manicaretto da leccarsi le l.; letter., increspar le l. a un sorriso, accennare a sorridere; arricciare le l., incresparle spingendole in fuori, per esprimere dubbio, disapprovazione, meraviglia o anche soddisfazione; mordersi le l., come atto d’ira o di dispetto, o nello sforzo che si fa per trattenersi dal parlare o dal ridere. b. In alcune frasi che si riferiscono all’atto del mangiare, del bere, o al parlare, labbro (e labbra) indica in genere la bocca, e nell’uso i due vocaboli si alternano: accostare le l. al bicchiere, alla tazza; portare il cibo alle l.; rimanere a l. asciutte (più com. a bocca asciutta); non ho mai sentito una bugia dalle sue l.; dal suo l. non uscì mai un lamento, una parola offensiva; a quel fare di don Rodrigo, si sentì subito venir sulle l. più parole del bisogno (Manzoni); il suo l. non ha mai proferito una bestemmia; morire col nome di una persona sulle l.; quello che ha in cuore ha sulle l., di persona sincera. Soltanto labbra nelle frasi seguenti: pendere dalle l. di uno, ascoltarlo attentamente; avere un nome sulle l. (più pop. sulla punta della lingua), essere sul punto di dirlo, o non ricordarselo sul momento; a quella vista, le parole che stava per dire gli morirono sulle l., non osò più proferirle; quella parola gli bruciava le l. (si tratteneva a stento dal dirla). A fior di labbro o di labbra, a mezza bocca, accennando appena: elogi, complimenti, scuse a fior di labbro, espressi quasi per forza; fece un risolino a fior di labbro. 2. Per estens.: a. In zoologia, nome dato a due parti dell’apparato boccale degli insetti: il labbro superiore (lat. scient. labrum), che delimita superiormente la bocca e può essere articolato, e il labbro inferiore (labium, anche in forma italianizzata: v. labio). b. In anatomia, al plur., parte degli organi genitali esterni femminili, distinta in piccole e grandi l., omologhe dello scroto maschile. c. In embriologia, l. del blastoporo o l. blastoporale, l’orlo della cavità attraverso cui le cellule localizzate sulla superficie esterna della blastula si invaginano a costituire lo strato di rivestimento dell’archenteron o intestino primitivo. 3. Usi analogici: a. In botanica, una delle due parti in cui è diviso il lembo nei calici, corolle o perigonî gamofilli, zigomorfi. b. Margine rilevato: i l. d’una ferita; il l. dell’acetabolo. c. Orlo rilevato e tondeggiante: il l. di un vaso, di una tazza. In architettura si dà talora il nome di labbro al ciglio superiore di recipienti marmorei, quali le vasche delle fontane e dei fonti battesimali, le arche funerarie, o di analoghe strutture, come il parapetto o «vera» dei pozzi. d. In geologia, ciascuna delle due pareti di una faglia. e. In legatoria, sovrabbondanza di carta che esce, nel taglio anteriore, dalla misura normale del libro intonso, specialmente se stampato su carta a mano. 4. Labbro di Venere: nome tosc. della pianta cardo dei lanaioli. 5. Labbri d’asino: nome tosc. di varie piante del genere verbasco. ◆ Dim. e vezz. labbrétto, labbrino, labbrettino; vezz. labbruzzo (di bimbo, o anche di donna che abbia bocca piccola e graziosa), labbrùccio; accr. labbróne (v.); pegg. labbràccio (labbro grasso e deforme). Nel plur., si usano tutti al masch.: labbretti, labbrini, labbruzzi, ecc.