lana
s. f. [lat. lana]. – 1. a. Fibra naturale costituita di sostanza proteica (cheratina), che si ricava dal vello di pecora e di montone o da quello di altri ruminanti: l. caprina, l. vigogna, l. di cammello (o assol. cammello), l. di lama (o alpaca), o anche dal pelo di altri animali (per es., la l. d’Àngora, ottenuta dal coniglio d’Angora); è destinata per lo più alla confezione di filati e tessuti attraverso le operazioni di lavatura, cardatura, filatura, tintura e tessitura. L. tosata o di tosa, tolta all’animale vivo, l. pelata o di concia, tolta all’animale morto; l. sucida, la lana come si ottiene dal vello, impregnata di grasso e sporca; l. saltata o lavata addosso, quella ottenuta da animali lavati con acqua tiepida o fredda o che sono stati fatti passare in un corso d’acqua prima della tosa; l. meccanica o rigenerata, ricavata dai cascami di filatura e di tessitura, da ritagli di maglieria e da indumenti usati, per mezzo di macchine sfilacciatrici. Nel linguaggio com., il termine indica sia il pelo dell’animale non ancora tosato o, dopo la tosatura, nelle varie fasi della lavorazione (ovini che danno una l. pregiata; filare, lavare, torcere, cardare la l.; l. greggia; l. per materassi; l. bianca, l. nera; l. in bioccoli; un fiocco di l.); sia il pelo stesso filato (matassa, gomitolo di l.; calze di l., maglie di l.); sia infine il tessuto (l. cardata, l. pettinata, ecc.; l. inglese; mezza l. o mezzalana, tessuto misto di lana e cotone o di lana e raion; vestito, cappotto di l., ecc.). Arte della l., una delle arti maggiori nell’antica Firenze. b. fig. Essere della stessa l., di due o più persone, avere la medesima natura, le medesime inclinazioni (e s’intende in genere non buone); disputare, o far questioni, di l. caprina, discutere su argomenti frivoli, inutili, oziosi (v. caprino); fam., buona l. (o buonalana), di un ragazzo birichino o di un cattivo soggetto: quella buona l. di mio nipote!; ai tempi che corrono bisogna tenersi amici quelle buone lane (Verga); meno com. con uso assol.: che l. quel ragazzo!; son certe lane! 2. Fibra tessile d’origine vegetale o artificiale: l. vegetale, fibre vegetali presenti nei frutti capsulari o intorno ai semi di diverse piante (per es., il capoc); l. di scoria (o di loppa), ottenuta trattando scorie metallurgiche (in genere d’altoforno) allo stato fuso con un forte getto d’aria che le trasforma in masse filamentose, usate come materiale isolante; l. di roccia, prodotto simile alla lana di scoria, ottenuto da rocce, di solito lave vetrose, fuse e trasformate in fibre; l. di vetro, fibre di vetro usate, oltre che come materiale isolante, come fibre tessili per tessuti incombustibili e resistenti agli agenti chimici, e per rinforzare carta, laminati plastici, ecc. 3. estens. a. La peluria (detta anche laniccio) che si stacca dai panni nel batterli o spazzolarli, e anche quei bioccoli di pelo che si formano sotto al letto o sotto i mobili, e sim. b. Il fitto pelo che ricopre alcuni organi vegetali (per es., le foglie che circondano l’infiorescenza della stella alpina). c. L. d’acciaio, acciaio ridotto in fili sottilissimi con cui si puliscono gli utensili di cucina. d. L. di legno, prodotto costituito da sottili trucioli, ottenuti da legni dolci e leggeri e a volte anche parzialmente disincrostati, usati nell’imballaggio. e. L. filosofica, antica denominazione dell’ossido di zinco. 4. In botanica, l. (o seta) di felce, altro nome del cibozio. ◆ Dim. lanétta (v.); lanina, tessuto di lana di qualità inferiore; spreg., non com., lanùccia; pegg. lanàccia.