laplaciano
agg. – Che si riferisce all’astronomo e matematico fr. P.-S. de Laplace ‹laplàs› (1749-1827). Ipotesi cosmogonica l. (o di Laplace), ipotesi per la quale si suppone che il Sole fosse originariamente un immenso globo gassoso, o nebula, con una forte condensazione centrale e in rotazione sempre più rapida a mano a mano che la nebula si contraeva per effetto della forza gravitazionale; raggiunta una rotazione sufficientemente rapida si sarebbero staccate progressivamente concentrazioni anulari gassose che avrebbero dato origine ai varî pianeti. Teoria l. (o di Laplace), il complesso di quelle concezioni deterministiche della fisica classica secondo le quali, conoscendo le condizioni iniziali di un sistema fisico a un istante dato, nonché le azioni esterne cui esso è soggetto, è possibile, in linea di principio, prevederne gli stati futuri e inferirne quelli passati. Come s. m., in matematica e in fisica matematica, laplaciano (o operatore di Laplace o parametro differenziale secondo), operatore indicato con il simbolo ∆2 (detto nabla quadro, v. nabla) o anche ∇2 (più diffuso nel passato), che, applicato a una funzione scalare di tre variabili o alle componenti di un vettore, equivale alla somma delle loro derivate parziali di secondo ordine.